14.832 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Radio Globo, il conduttore Roberto Marchetti: “Schifo vedere gay che si baciano”

Il conduttore di Radio Globo Roberto Marchetti ha detto in trasmissione che “vedere gay che si baciano” gli fa schifo. La frase ha suscitato polemiche nel mondo omosessuale e non solo. Radio Globo è stata partner del Roma Pride. Il presidente Sebastiano Secci: “Pronti a interrompere qualsiasi partnership”.
A cura di Alessia Rabbai
14.832 CONDIVISIONI
Gay Pride (Foto LaPresse)
Gay Pride (Foto LaPresse)

"Mi fa schifo vedere due uomini che si baciano" ha detto alla radio Roberto Marchetti, conduttore della trasmissione Morning Show della dell'emittente romana Radio Globo. La frase pronunciata ai microfoni ha suscitato numerose critiche. La radio tra l'altro è stata tra i partner del Roma Pride. E gli organizzatori della manifestazione per i diritti dei gay rispondono: "Siamo pronti a interrompere qualsiasi partnership". Un affermazione che Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride ha definito "gravissima" e una vicenda che ha provocato "delusione rabbia" nel mondo omosessuale e non solo, soprattutto per "il silenzio colpevole dell'editore". Poi amareggiato ha commentato la posizione presa dalla radio: "Dopo le scontate polemiche nessuna reazione è pervenuta da Radio Globo che, con il proprio atteggiamento, ha di fatto avallato quanto detto durante la trasmissione di cui ha la piena responsabilità editoriale".

Roma Pride risponde a Radio Globo

"Il Roma Pride, nei suoi ormai quasi 25 anni di storia, ha fatto della propria piattaforma valoriale e politica l’elemento centrale della sua azione, senza aver timore di rifiutare sponsorship e partnership con aziende e marchi noti ma che non avevano delle policy rispettose dei diritti e della dignità di tutte e tutti. Per questo abbiamo intenzione di interrompere qualsiasi partnership con Radio Globo riservandoci di agire in ogni sede per tutelare il nostro nome e la nostra storia”.

“Nel merito della vicenda – conclude Secci – ci dispiace dover spiegare a professionisti che lavorano nel campo della comunicazione che la libertà di espressione non è libertà di insulto e che si esercita contro chi è detentore di potere, non contro le minoranze oppresse della società. Questa è solo vigliaccheria che qualifica chi se ne rende autore e complice. Quelle parole gravissime possono avere un impatto ingiustamente doloroso sulle tante persone che ancora oggi lottano per accettarsi pienamente e per ottenere piena dignità nella nostra società. Dispiace che si sia scelto di speculare sulle loro vite e sulle loro difficoltà per ottenere qualche momento di visibilità”.

14.832 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views