Raccolte fondi illecite per lo Spallanzani e il San Camillo, indagati padre e figlia
Due persone, un pensionato e sua figlia, sono indagate per due raccolte fondi non autorizzate, avviate online, che avevano come apparenti beneficiari lo Spallanzani e il San Camillo di Roma; i due ospedali, però, non sapevano nulla. Le due iniziative erano state avviate su Internet, la Polizia Postale ha sequestrato il conto corrente virtuale su cui arrivavano le donazioni di ignari utenti, convinti di stare partecipando a una raccolta ufficiale; oscurate anche le pagine web, che erano ospitate su social e siti che sono assolutamente estranei agli illeciti.
La prima iniziativa bloccata era apparentemente stata avviata per raccogliere fondi per l'ospedale Spallanzani, centro di rilievo nazionale per l'emergenza sanitaria in atto. Era stata pubblicizzata sulla piattaforma di raccolta fondi gofundme e si prefiggeva di raccogliere 100mila euro che, come si leggeva nelle descrizioni, sarebbero stati donati all'ospedale per potenziare la Terapia Intensiva. Per rendere più credibile la raccolta, all'interno della pagina c'era anche il logo della Regione Lazio e come persona di riferimento veniva indicato Nicola Zingaretti, l'attuale governatore. In questo modo l'utente credeva di stare donando per una iniziativa ufficiale, ritenendo che fosse la stessa Regione a promuovere e fare da garante.
La seconda raccolta fondi bloccata, invece, era stata pubblicata su Facebook. In questo caso l'apparente beneficiario dei soldi raccolti sarebbe stato l'ospedale San Camillo di Roma. Anche per questa, però, gli agenti hanno accertato che la struttura sanitaria non sapeva nulla dell'iniziativa e che, invece, il denaro raccolto sarebbe finito su una carta di credito ricaricabile che era intestata a una persona di Roma. Le due pagine sono state oscurate questa mattina dalla Polizia Postale di Roma e sono in corso indagini per identificare gli altri responsabili, che dovranno rispondere di truffa aggravata.