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Omicidio Marco Vannini

Processo Vannini, la mamma di Marco: “Dichiarazioni di Federico Ciontoli vergognose”

Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, ha commentato le dichiarazioni fatte da Federico Ciontoli in Aula, durante il processo per omicidio, che ha detto di aver creduto al padre quando diceva che il ventenne, fidanzato della sorella, si era spaventato per uno scherzo: “Vergognose, nessuna parola per Marco”.
A cura di Alessia Rabbai
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"Quella di Federico Ciontoli è stata una dichiarazione vergognosa, non ha detto neanche una parola per Marco". Sono le parole di mamma Marina, che ha commentato le dichiarazioni fatte in aula da Federico Ciontoli, il fratello dell'ex fidanzata di Marco, Martina e uno degli imputati nel processo d'appello-bis per l'omicidio di Marco Vannini, ucciso la notte del 18 maggio 2015 da un colpo di pistola sparato nella villetta dei Ciontoli, in via Alcide De Gasperi a Ladispoli, sul litorale Nord della provincia di Roma. "Ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di vent'anni. Continuano a girare il coltello nella ferita" ha detto Marina a margine del processo bis iniziato oggi, mercoledì 8 luglio. Stamattina Marina, arrivata davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Roma insieme al marito Valerio, ha detto: "Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco", chiedendo che Antonio Ciontoli, il capofamiglia che ha premuto il grilletto contro il figlio ferendolo mortalmente, venga condannato per omicidio volontario.

Le dichiarazioni di Federico Ciontoli in Aula

Nel corso della prima udienza del processo bis sull'omicidio di Marco Vannini, che vede imputati Antonio Ciontoli, la moglie Maria e i due figli Martina e Federico Ciontoli, quest'ultimo ha letto una dichiarazione spontanea davanti ai giudici nella quale spiega come lui la notte di cinque anni fa in cui sono accaduti i drammatici fatti che hanno portato alla morte del ventenne, ha creduto a ciò che gli ha detto il padre, ossia che Marco stava male perché si era spaventato dopo uno scherzo, che stavano appunto giocando. "La verità – si legge in uno stralcio – è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento, figuriamoci se non l'avrei fatto sapendo che era partito un proiettile. Se avessi voluto nascondere qualcosa, perché avrei chiamato subito l'ambulanza di mia spontanea volontà dicendo che Marco non respirava e perché avrei detto a mia madre che non mi credevano e di fare venire i soccorsi immediatamente? Vi prego: non cadete in simili suggestioni che non sono totalmente contraddette dalla realtà". 

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