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A processo lo stalker di Virginia Raggi: chiamava 7 volte al giorno i genitori della sindaca

È iniziato il processo a Vincenzo Guida, lo stalker di Virginia Raggi: tra il 29 aprile e il 26 maggio del 2017 era arrivato a chiamare a casa dei genitori della sindaca anche sette volte al giorno. Voleva parlare con lei per proporle un piano per risolvere la questione dei rifiuti a Roma: denunciato, dovrà rispondere dell’accusa di molestie.
A cura di Natascia Grbic
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È arrivato a telefonare anche sette volte al giorno: Vincenzo Guida, un geometra di cinquant'anni originario di Santa Maria a Vico in provincia di Caserta, era ossessionato dalla sindaca Virginia Raggi, tanto da tempestare i suoi genitori di chiamate. L'uomo diceva di sapere come risolvere la questione dei rifiuti a Roma e di avere un piano che le voleva sottoporre. E per questo chiedeva alla madre della prima cittadina – Rosaria Falcioni – di metterlo in contatto con lei. Raggi non ha mai richiamato l'uomo né gli ha fatto arrivare nessun messaggio: ma è andata direttamente a sporgere denuncia. A firmare il decreto di citazione in giudizio, il 6 novembre 2018, il pubblico ministero Francesco Dall'Olio. Come riportato da Il Messaggero, il processo è iniziato ieri mattina e l'accusa – rappresentata dal pm Mario Pesci – ha spiegato come Guida, per cercare di avere il numero di telefono di Virginia Raggi, si sia qualificato come "persona in contatto con diverse aziende che si occupano di rifiuti indifferenziati". L'accusa nei confronti di Vincenzo Guida è di molestie ai danni della sindaca e di sua madre Rosaria Falcioni.

Le chiamate di Guida ai genitori di Virginia Raggi

Le telefonate a casa dei genitori di Virginia Raggi sono avvenute nel periodo compreso tra il 29 aprile e il 26 maggio 2017. Non c'era giorno che Vincenzo Guida non chiamasse: il cinque maggio, addirittura, aveva telefonato ben sette volte chiedendo di parlare con lei. "Ho preso il numero dal sito dell’ordine degli avvocati. Avete avvisato la sindaca che la sto cercando?". Nelle innumerevoli chiamate, l'uomo diceva che avrebbe potuto sponsorizzare macchinari a circuito chiuso che non avevano bisogno di canne fumarie e che avrebbero permesso di vendere l'energia direttamente all'Enel. Nei suoi discorsi, inoltre, si raccomandava di non parlare di queste sue proposte con le altre aziende capitoline. Lo stalker ha iniziato a fare le sue chiamate a casa dei genitori di Raggi proprio nel periodo in cui lei era sotto i riflettori (in modo negativo) per il problema dei rifiuti a Roma: le strade erano piene di immondizia e i cassonetti non venivano svuotati. E anche questo è stato specificato nella querela presentata dalla sindaca.

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