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Prima sgombero dell’era Salvini a Roma: via gli occupanti di via Costi

Primo sgombero dell’era Salvini a Roma. Forze dell’ordine in via Raffaele Costi, dove da circa due anni vivono in un palazzo abbandonato più di cento persone, italiani e migranti. Le operazioni sono ancora in corso.
A cura di Valerio Renzi
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Primo sgombero dell'era Salvini a Roma. Come già era trapelato nelle scorse settimane in cima alle priorità del Tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza l'edificio occupato in via Raffaele Costi, all'estrema periferia est della città. Un palazzo isolato dove hanno trovato riparo negli ultimi due anni centinaia di persone, alcune residenti stabilmente altri solo di passaggio. Non si tratta di un'occupazione organizzata dai movimenti per il diritto all'abitare ma di un'occupazione spontanea. All'interno migranti e famiglie italiane.

Questa mattina le forze dell'ordine, coadiuvate dai vigili del fuoco, si sono presentate all'alba per eseguire le operazioni di allontanamento. Dopo il censimento degli scorsi giorni decine di persone si sono spontaneamente allontanate, per lo più migranti irregolari. Un pullman poco fa si è invece allontanato dallo stabile trasportando negli uffici della questura i cittadini stranieri presenti per identificarli e verificare la loro posizione. Da quanto si apprende dalle associazioni presenti sul posto si tratta soprattutto di rifugiati e richiedenti asilo, quindi con diritto di permanenza in Italia e di protezione.

L'amministrazione Raggi, divisa tra i fautori di una linea dura contro gli occupanti (capitanata dalla stessa sindaca) e l'ala "sinistra" dell'amministrazione (l'assessora Baldassarre e il vicesindaco Bergamo), sembra abbia trovato così un compromesso sulla questione sgomberi: nessuna trattativa sugli insediamenti informali, abitati soprattutto da "invisibili" senza voce e capacità di protesta e organizzazione, mentre sulle occupazioni storiche abitate per lo più da nuclei familiari da anni in fila per una casa popolare si procederà tentando di trovare soluzioni alternative. Così nei prossimi giorni il palazzo di via Carlo Felice sarà sgomberato e si sta lavorando per ricollocare le circa 30 famiglie in stabili di Bankitalia (proprietaria dello stabile) e della Regione Lazio, mentre l'ex fabbrica di Penicillina su via Tiburtina sarà sgomberata senza nessuna soluzione alternativa.

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