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Prima occupazione dell’anno: gli studenti del Mamiani contro il ‘Governo del cambiamento’

Prima occupazione dell’anno. Gli studenti da ieri hanno preso possesso del liceo Mamiani contro il governo Lega – Movimento 5 stelle. Questa mattina, come da copione, proteste di genitori e insegnanti, ma i ragazzi sono determinati ad andare avanti con la loro protesta: “Sappiano che verremo accusati di essere nullafacenti e casinisti”.
A cura di Valerio Renzi
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Foto dalla pagina Facebook "Collettivo Autorganizzato Mamiani"
Foto dalla pagina Facebook "Collettivo Autorganizzato Mamiani"

Gli studenti e le studentesse del Liceo Mamiani, storico liceo di Prati, hanno occupato la loro scuola nel pomeriggio di ieri. Comincia così l'autunno di proteste delle scuole romane, un'occupazione che potrebbe essere una scintilla per far divampare la protesta, che nei prossimi giorni potrebbe allargarsi ad altre scuole. Questa mattina ai cancelli della scuola, dove gli occupanti organizzano le loro attività tra incontri e assemblee, come da copione capannelli di genitori e insegnanti contrari alla protesta. E non mancano neanche gli studenti che avrebbero voluto continuare le lezioni in questo ultimo scorsi di ottobre.  È la prima occupazione contro il Governo di Movimento 5 stelle e Lega, dopo i cortei che hanno attraversato diverse città italiane nelle scorse settimane dal nord al sud della Penisola. Ma i ragazzi non sono teneri neanche con le forze di opposizione: "ci sentiamo abbandonati da una "sinistra" che ha lasciato che l'istruzione pubblica fosse svenduta, con tagli alle scuole che ormai cadono a pezzi e creando un divario incolmabile tra centro e periferie. Una "sinistra" che ha entusiasticamente avviato un processo di precarizzazione del lavoro, privandoci di ogni prospettiva futura e che ha permesso che si diffondesse una politica di odio e paura contro i bersagli sbagliati".

E poi sul Governo del cambiamento: "Per noi il cambiamento non significa razzismo ma solidarietà. Per noi il cambiamento non si concretizza inserendo la polizia nelle scuole, ma creando un'alternativa per i giovani. Non avviene dando maggiori poteri alle forze dell’ordine, ma investendo sull’istruzione e sulla sanità. Non si genera sgomberando le occupazioni abitative senza preoccuparsi della successiva sistemazione di coloro che ci vivono. E neanche formando un sistema di assistenzialismo che non cancella la povertà ma che la mantiene in un limbo, creando una classe di poveri pronti a svendere il proprio lavoro, ma cambiando il sistema, invertendo la rotta".

Gli studenti anticipano poi le critiche, "sappiano che verremo accusati di essere nullafacenti e casinisti". Ma poco importa: "Siamo orfani di un sogno e siamo pronti a costruirlo".

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