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Ponte Milvio, secchielli e tronchesi per rimuovere i lucchetti degli innamorati

Un altro capitolo della saga dei lucchetti a Ponte Milvio, che sono stati nuovamente rimossi questa mattina da alcuni volontari armati di tronchesi e di secchielli. La polemica sui “sigilli dell’amore” va avanti dal 2012, quando venne prevista l’abolizione in massa della moda lanciata dai film di Federico Moccia.
A cura di Tommaso Franchi
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È in corso in queste ore a Ponte Milvio la rimozione dei lucchetti degli innamorati. Un gesto che tantissimi ragazzi e ragazze compiono proprio come i protagonisti del film e del libro culto di Federico Moccia, Tre Metri Sopra il Cielo. Alcuni volontari della Greenside Roma Onlus si sono armati di tronchesi, secchielli e buona volontà procedendo alla rimozione. Le coppie di innamorati, adolescenti ma non solo, solitamente scrivono sui lucchetti le loro iniziali lanciano le chiavi nel Tevere, per giurarsi amore eterno. Un gesto che potrebbe coronare molte relazioni ma che di certo non salva i lucchetti, indigesti ai responsabili del decoro pubblico che si impegnano a toglierli dalla circolazione. Un'usanza quella dei lucchetti degli innamorati che, nonostante gli anni passati dal grande successo della storia d'amore tra Babi e Step, continua a coinvolgere centinaia di coppie.

Continua la battaglia per la rimozione dei lucchetti a Ponte Milvio

Nel corso del tempo si sono registrati moltissimi tentativi per porre fine alla moda dei lucchetti, in particolare nel 2012, quando la moda esplose definitivamente tra i ragazzi. Ponte Milvio era letteralmente stracolma di questi lucchetti, a tal punto che il XV Municipio della Capitale aveva disposto la rimozione di ogni singolo "sigillo dell'amore", poi destinati a un museo. La fine dei lucchetti era stata sancita dopo mesi di polemiche, con i ragazzi che nonostante il bando ai lucchetti continuavano ad attaccarli ai lampioni e alle ringhiere del ponte del quartiere Parioli, passando da simbolo della coppia a strumento di protesta. Il tutto si è concluso con la decisione da parte del Comune di Roma di prevedere alcune sanzione verso chi continuasse nella pratica, per la rabbia di alcuni giovani che non mollano nonostante la rimozione di oggi, ultimo capitolo di una saga destinata a continuare.

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