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Policlinico, niente aborti: il ginecologo è andato in pensione

L’unico medico non obiettore di coscienza è andato in pensione dieci giorni fa: da allora il “repartino” dell’ospedale romano dedicato alle interruzioni volontarie di gravidanza è stato sospeso.
A cura di B. C.
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Le donne che in questi giorni si sono presente al cosiddetto “Repartino” del Policlinico Umberto I per sottoporsi a un’interruzione volontaria di gravidanza avranno notato il cartello che recita: “Le prenotazioni sono temporaneamente sospese”. Il motivo? L’unico medico non obiettore del nosocomio è andato in pensione. Il Corriere della Sera riporta la denuncia delle numerose persone che hanno chiamato per chiedere informazioni. Nei loro confronti, un’unica risposta: “Si rivolga a un altro ospedale. Noi, ovviamente, non possiamo mettervi in lista senza sapere se e quando ci sarà un medico disponibile per eseguire gli interventi”.  La polemica per la chiusura del Repartino non è cosa nuova. Già in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, 50 attiviste della rete “Io Decido” hanno deciso di sfilare in corteo al Policlinico.

“Il problema è molto serio – conferma a Corriere.it il direttore generale dell’Umberto I, Domenico Alessio – ma ci stiamo adoperando per risolverlo nel più breve tempo possibile, anche perché non possiamo sottrarci a un obbligo di legge”. Il direttore ha assicura di aver già “predisposto gli atti per assumere un nuovo ginecologo”, scartando l’ipotesi di un bando che “ci farebbe perdere almeno 15-20 giorni”. Certo, ammette Domenico Alessio, “sarebbe stato meglio prevedere una situazione come questa, così avremmo avuto il tempo di organizzarci meglio”. La rete Io Decido intanto assicura che continuerà a protestare. Per loro infatti “la riapertura e la riappropriazione del Repartino rappresentano solo l’inizio di un percorso che reclama con forza i diritti sanciti dalla Legge 194 in tutti gli ospedali pubblici, senza più sveglie all’alba, file clamorose e assenza totale di sostegno emotivo per le donne che decidono di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza”.

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