Pigneto, gelateria chiude per protesta: “Intimidazioni mafiose, ostaggio dei pusher”
"Sotto attacco mafioso! Oggi la mia gelateria è in lutto! Hanno tagliato la vita alla vite di Pesaro". Il cartello che Filippo, gelataio artigianale, ha appeso fuori il suo negozio al Pigneto non lascia spazio ad equivoci: per lui chi ha tagliato la sua vite, piantata oltre venti anni fa, lo ha fatto per mandargli un segnale chiaro. "Da quattro anni siamo ostaggi degli spacciatori – ha raccontato Filippo a Radio Cusano Campus – A venti metri dalla gelateria, abbiamo trovato due che si bucavano, altre quattro o cinque persone che si stavano facendo di crack. Se provo a chiamare la polizia per segnalare che ci sono schiamazzi fortissimi e risse tra spacciatori, mi dicono di chiamare i vigili urbani".
E così la vite tagliata sarebbe proprio una ritorsione contro le rimostranze del del commerciante: "Come faccio ad andare avanti così? Per sfregio stanotte mi hanno tagliato la vite che avevo piantato 20 anni fare che era l'orgoglio di via Pesaro. Loro si comportano da mafiosi. Hanno voluto fare una ritorsione vigliacca contro le mie proteste. Proprio come agiscono i mafiosi".
"Qui c'è un'organizzazione criminale che utilizza ragazzi spacciatori come se fossero soldatini e che vengono cambiati ogni sei mesi. – protesta ancora Filippo – Stiamo facendo una grossa pressione con il Prefetto, io sono disperato, non voglio lasciare questa gelateria, ci lavorava il mio bisnonno, sono loro a doversene andare, non noi. La verità è questa è una zona a spaccio controllato, secondo me le autorità vogliono tenere gli spacciatori qui per non farli andare da altra parte. In quattro anni ho perso l'80% del fatturato".
Giachetti in visita da Filippo: "Al Pigneto non servono spot"
Ieri a far visita a Filippo si è recato anche il candidato del centrosinistra Roberto Giachetti, che ha camminato per il quartiere assieme al candidato alla presidenza del V municipio Alessandro Rosi: "Quello che era uno dei quartieri simbolo della rinascita culturale di Roma è diventato zona di spaccio e criminalità, dove la gente vive nella paura. – ha dichiarato Giachetti – Al Pigneto non servono interventi spot ma misure concrete, a cominciare dall'illuminazione pubblica e da un serio lavoro coordinato tra amministrazione comunale e forze dell’ordine: incontrerò al più presto il prefetto Gabrielli per discutere con lui un piano d’azione per riportare la legalità al Pigneto.Ma serve anche riportare la cultura tra queste strade, per questo lavoreremo per riaprire il cinema L’Aquila, una richiesta accorata che ci è arrivata da tantissimi romani e residenti della zona.
Insieme, faremo tornare Roma un posto sicuro e vivo, dove convivono cultura e legalità".