Piazza dei Navigatori, Raggi si arrende ai costruttori: via libera a nuovo mega edificio
Con la Deliberazione 4497/2018 approvata dalla giunta di Virginia Raggi, il Movimento 5 stelle potrebbe mettere la parola fine alla vicenda di piazza dei Navigatori. Un successo per la sindaca, secondo la quale "finalmente anche questa ferita della città verrà chiusa con la nuova convenzione", e per l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori che rivendica: "Incassiamo risorse ed evitiamo contenziosi". Ma comitati e opposizioni non la vedono così, e da sinistra si grida alla genuflessione di fronte agli interessi dei costruttori da parte del Movimento 5 stelle.
Oggi era atteso il parere in commissione Urbanistica, ma il voto è slittato a venerdì, complice qualche mal di pancia tra la maggioranza e la presenza dei cittadini che non vogliono vedere atterrare sul piazzale un nuovo mega palazzo: 66.760 metri cubi per tredici piani di altezza, quattro in più del grande edificio di cemento e vetro già realizzato. La delibera dovrà essere approvata entro la prossima settimana: tempi stretti, ma il Movimento 5 stelle non si può permettere di non mostrarsi compatto, visto che la partita si gioca in VIII Municipio, dove tra qualche mese si dovrebbe tornare al voto dopo le dimissioni del presidente Paolo Pace, caduto proprio per le divisioni interne al M5s.
In cambio della possibilità di costruire il nuovo palazzo, le società legate al costruttore Mezzaroma, dovranno completare le opere di urbanizzazione funzionale, un giardino attrezzato e abbattere e ricostruire il centro bocciofilo. Ben poca cosa rispetto al regalo che – secondo l'ex presidente dell'VIII Municipio Andrea Catarci – avrebbero ricevuto: "Dalla deliberazione spariscono le più importanti ed onerose opere pubbliche, quali l’adeguamento della viabilità con la realizzazione di un sottopasso in Viale Cristoforo Colombo, l’esecuzione di impianti di illuminazione delle aree pubbliche e la costruzione di un asilo nido".
Ma soprattutto secondo Catarci la nuova delibera stravolgerebbe completamente l'originale Convenzione stipulata nell'ormai lontano 2002, con la quale ‘amministrazione comunale cedeva diritti edificatori ai privati, in cambio della realizzazione delle opere pubbliche: "La Sindaca Raggi, il suo Assessore all'Urbanistica Montuori ed il M5s capitolino scelgono di tutelare gli interessi forti e condannano il territorio a subire anche la beffa, dopo gli innumerevoli danni".
Sulla vicenda attacca anche Amedeo Ciaccheri, candidato di uno schieramento civica e di sinistra al Municipio VIII: "Il Movimento 5 Stelle si appresta a votare in Commissione, e martedì prossimo in Consiglio Comunale, un atto che dice alcune cose chiare: non c'è nessuna discontinuità rispetto al passato, anzi viene portato a termine il percorso di una convenzione già scaduta, recuperata in extremis, e che garantisce quel terzo palazzo non costruito e la garanzia dei privati inadempienti di tornare a gestire la partita nonostante le irregolarità; riguardo al processo partecipativo non c'è stato neanche un incontro pubblico della nuova amministrazione con i comitati dei cittadini per discutere del percorso che il Comune voleva intraprendere su una questione annosa; il Comune accetta di non dividere la vicenda delle opere pubbliche che sarebbero già dovute essere realizzate e acquisite e quindi esigerle in maniera preventiva dalla vicenda del terzo palazzo; l'unica opera realizzata sono i parcheggi interrati, malmessi e di nullo valore per la collettività".
Fideiussioni false e lo scandalo del Bidet
Caltagirone e Mezzaroma, nel piano originale, dovevano costruire 12 milioni di euro di opere pubbliche, in cambio della costruzione di un palazzo di uffici in piazza dei Navigatori, e di un albergo in via Giustiniano (il famoso Bidet che versa ancora in uno stato di vergognoso abbandono dopo il fallimento della società Acqua Marcia Immoobiliare legata al gruppo Caltagirone). Ma non solo i costruttori in 12 anni non hanno mai realizzato le opere in questione, ma hanno presentato una fideiussione falsa come garanzia. Far scadere la convenzione avrebbe voluto dire l'avvio del procedimento di decadenza per inadempimento con la diretta acquisizione al patrimonio capitolino degli immobili realizzati". La collettività sarebbe così rientrata in possesso di beni costruiti senza avere nulla in cambio. Invece con il nuovo accordo vengono si realizzate una parte delle opere concordate, ma i costruttori nonostante tutto potranno costruire una nuova colata di cemento in deroga, confermando ancora una volta che i costruttori a Roma non pagano mai quando disattendono agli accordi con la collettività.