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Pestato a morte in discoteca all’Eur, nove anni al buttafuori che ha ucciso Giuseppe Galvagno

Fabio Bellottazzi, il buttafuori del San Salvador che la notte del 3 settembre 2017 ha pestato a morte Giuseppe Galvagno, è stato condannato a nove anni di reclusione e al pagamento di 70mila euro per i parenti della vittima. Il 49enne è morto a causa dei pugni sferrati in testa dagli uomini della security.
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A cura di Natascia Grbic
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Tre pugni. Questo è bastato a causare la morte di Giuseppe Galvagno il 3 settembre 2017, dopo una serata passata in discoteca insieme alla fidanzata. E per questo Fabio Bellottazzi, il buttafuori del San Salvador che gli ha dato l'ultimo colpo, causandone il decesso, è stato condannato a nove anni di carcere per omicidio preterintenzionale. Lo riporta Il Messaggero. Non c'era volontà di uccidere, ma il violento pestaggio ne ha causato la morte nel parcheggio del locale proprio sotto gli occhi della fidanzata: infermiera professionale, ha provato fino all'ultimo a tenere in vita il compagno di 49 anni ma non c'è riuscita. Inutili i soccorsi del 118: Giuseppe Galvagno è morto poco dopo a causa della gravità delle lesioni riportate. Bellottazzi è stato condannato dalla Corte d'Assise anche al pagamento di 70mila euro come risarcimento ai parenti della vittima. Il 17 dicembre scorso è stato invece condannato con rito abbreviato a sette anni e quattro mesi di reclusione Davide Farinacci, il buttafuori che ha iniziato a picchiare Galvagno. Un terzo, invece, è stato assolto: era presente al momento del pestaggio ma non ha partecipato.

La morte di Giuseppe Galvagno, ucciso fuori dal San Salvador

Tutto è cominciato all'interno della discoteca San Salvador. Giuseppe Galvagno si trovava all'interno del locale insieme alla fidanzata, con la quale aveva deciso di passare una serata diversa. Il 49enne è ubriaco, inizia a litigare con un'altra persona nel locale. I toni si fanno concitati e a quel punto intervengono i buttafuori, portando Galvagno fuori dal San Salvador. E a quello si sarebbero dovuti limitare, nonostante il comportamento dell'uomo fosse sicuramente fastidioso visto lo stato di ubriachezza in cui versava. Pensando che gli animi si fossero calmati, la compagna di Galvagno è andata a prendere la macchina per riportare il fidanzato a casa. E invece, probabilmente per dargli una lezione visto che il 49enne continuava con il comportamento esagitato, lo hanno iniziato a picchiare. Poi, lo hanno lasciato agonizzante sull'asfalto, di fronte al locale. Non pensando di averlo ucciso, i buttafuori sono tornati al lavoro.

La disperazione della fidanzata

"Giuseppe non aveva lesioni, nessuno l’ha pestato all’interno, l’ho lasciato fuori dal locale che stava bene, era solo un po' barcollante, sono andata a prendere l’auto, sono tornata poco dopo e l’ho ritrovato qualche metro più in là di dove l’avevo lasciato, aveva il volto completamente tumefatto, era in fin di vita". Questo il drammatico racconto della compagna di Giuseppe Galvagno ai carabinieri. Inizialmente i buttafuori avevano detto di non averlo toccato, nonostante diverse testimonianze di quella sera puntassero il dito contro la security e il 49enne fosse morto per emorragia cerebrale a causa dei colpi dati in testa. In cinque erano stati arrestati: due erano stati rilasciati qualche giorno dopo l'arresto, un terzo è stato assolto. Per Farinacci e Bellottazzi invece, sono arrivare le condanne.

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