#perRoma, al Brancaccio i minisindaci del Pd chiedono unità al centrosinistra
Si è svolta oggi al teatro Brancaccio l'iniziativa #perRoma, lanciata dai presidenti dei 15 municipi della capitale, tutti amministrati dal centrosinistra. Esplicito il sottotitolo della manifestazione organizzata dai minisindaci: "Le esperienze di governo di centrosinistra per il rilancio della Capitale". Un invito a partire dai programmi e non dai nomi, ma soprattutto un appello all'unità del centrosinistra, proprio quando la rottura tra Sel e Pd sembra inevitabile anche a Roma.
"Per vincere la sfida c'è bisogno del lavoro di tutti, del centrosinistra unito – ha scandito dal palco Valerio Barletta, presidente del XIV municipio – Noi proviamo con l'iniziativa di oggi a ribadire il suo valore. Se la candidatura è solo quella di Giachetti, approfitteremo del tempo per lavorare sui contenuti e sul confronto. Quanto a noi, dal Brancaccio non verrà lanciata alcuna candidatura".
"Da alcuni punti di vista la nostra iniziativa è presuntuosa – dichiara la presidente Sabrina Alfonsi, minisindaco del centro storico – Abbiamo chiamato qui la città, cittadini e associazioni, che sono stati con noi ma anche contro di noi nel governo dei municipi. È un incontro che serve per dire che bisogna delineare un campo largo della coalizione, perchè da solo nessuno è autosufficiente e si rischia di perdere. Se però non ci mettiamo d'accordo sui programmi forse possiamo anche vincere, ma poi non si riesce a governare".
Orfini: "Marino non era in grado di fare il sindaco"
Tra i big del Partito democratico ha dato forfait Nicola Zingaretti, che in un primo momento aveva benedetto l'iniziativa, mentre Roberto Giachetti, in attesa di capire i nomi degli sfidanti e i confini delle primarie, se di coalizione o del solo Pd, ha preferito stare alla larga dal Brancaccio. C'era invece Matteo Orfini, commissario del partito a Roma presidente del partito.
"Il sindaco di Roma è un ruolo importante, noi ci teniamo a esprimerlo e ci riusciremo. – scandisce Orfini – Il Pd ha la stima e la fiducia di larga parte della città e quindi si presenterà alle elezioni orgogliosamente con il suo simbolo, dopo il lavoro di pulizia e bonifica che abbiamo fatto e scelte difficili come l'interruzione della passata amministrazione". L'esponente dem non risparmia le critiche all'ex sindaco Ignazio Marino, rispetto al quale chiarisce che è stato dimesso dal partito "perché non era in grado di fare il sindaco di Roma".
Orfini attacca duro anche il Movimento 5 Stelle, dato da più parti come grande favorito per la corsa al Campidoglio, soprattutto in caso di ballottaggio: "Il M5S ha molti meno anticorpi di altri partiti perchè non è un partito – spiega il presidente del Pd – perchè non ha regole democratiche e non ha una classe dirigente adeguata. Dovunque ti volti e amministra il M5S c'è un problema. Oltre al caso di Quarto – aggiunge – abbiamo sottolineato le modalità poco trasparenti con cui si amministra a Pomezia, i problemi che ci sono Livorno e a Civitavecchia. Siamo di fronte a un fallimento, sul quale dovrebbero riflettere perchè ormai sono una forza importante di questo paese, ma sono un disastro".
Fassina: "C'è un Pd che rompe con il Pd"
In platea anche Stefano Fassina, l'ex parlamentare della sinistra dem, pronto a correre per la nascente Sinistra Italiana alle prossime elezioni comunali. Di fronte alla richiesta di unità del centrosinistra Fassina non esita a rigirare il coltello nella piega dei problemi del Partito democratico: "Vorrei segnalare che mentre è consolidato il dato politico di un Pd di rottura nel centrosinistra, in questi giorni viene fuori che il Pd rompe anche dentro al Pd. Vi sono autorevolissimi esponenti del Pd che stanno valutando se misurarsi su Roma, ma al di fuori del Pd e delle primarie. Mi riferisco a Marino e a Bray, due esponenti Pd, e credo che il Pd dovrebbe farsi qualche domanda nel momento in cui autorevoli esponenti Pd per valutare se misurarsi su Roma, valutano di farlo al di fuori del partito e delle primarie".
"Noi guardiamo al futuro e per farlo abbiamo proposto dieci domande, da un referendum per far scegliere i cittadini romani sulle Olimpiadi, alla questione della privatizzare gli asili nido che ci vede contrari. – prosegue Fassina – E non abbiamo ottenuto risposta dal Pd. Sono questioni sulle quali si gioca il futuro di Roma, non riceviamo risposte in un contesto in cui il Pd di Matteo Renzi si è assunto la responsabilità di distruggere il centrosinistra a Roma". Il riferimento è allo sblocco dei fondi per il Giubileo solo dopo l'allontanamento di Marino e alle modalità con cui si è arrivati alle dimissioni dell'ex sindaco.
L'assedio dei movimenti per la casa
Mentre dentro il Brancaccio vanno in scena tutte le tensioni del centrosinistra romano, all'esterno con striscioni, cartelli e megafoni l'assedio dei movimenti di lotta per la casa e della carovana delle periferie alla kermesse. Slogan e traffico bloccato, con i cordoni di polizia ha proteggere l'ingresso del teatro. Dopo una breve trattativa Orfini ha accettato di incontrare i portavoce dei movimenti per l'abitare Luca Fagiano e Paolo Di Vetta. "Credo che tutti a Roma debbano capire che l'emergenza abitativa non è una questione di ordine pubblico ma una grande questione sociale che la politica deve affrontare come tale. Non va gestita così, questi temi devono trovare una risposta: in questo senso c'è un'importantissima delibera regionale ferma da tanto tempo che ora il presidente Zingaretti si è attivato a sbloccare a breve e questo deve avvenire, perché può essere un pezzo della soluzione", ha dichiarato Orfini al termine dell'incontro.