Per 19 volte in sala operatoria, poi il decesso: chirurgo accusato di negligenza
Un uomo di 54 anni è deceduto dopo essere entrato 19 volte in sala operatoria, a seguito di un primo intervento effettuato al Campus Biomedico per un tumore al colon. Ora per la morte dell'uomo che ha lasciato moglie e figli, fino a quel momento in buona salute, il pm Mario Ardigò e il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, hanno chiesto il rinvio a giudizio per il chirurgo che ha eseguito l'operazione, come riportato oggi dall'edizione romana del Corriere della Sera
Secondo quanto sostenuto dall'accusa il medico non si sarebbe reso conto che il paziente soffriva di una patologia chiamata ‘vasculopatia mesenterica', che impedisce un afflusso di sangue adeguato nelle zone addominali, e per la quale alla fine sarebbe deceduto. Un mancato riscontro della patologia che per rappresenterebbe una negligenza da parte del chirurgo, che non avrebbe eseguito esami adeguati sul paziente. L'operazione al colon invece portò alla chiusura da parte del medico di un'arteria, facendo così diminuire ancora di più l'afflusso di sangue.
"Un esame della vascolarizzazione dell’apparato digerente — si legge nei risultati dell'inchiesta riportati dal Corriere — avrebbe dovuto essere espressamente richiesto dal chirurgo per avvalersene nel corso dell’intervento, come misura prudenziale per evitare errori pericolosi", invece le analisi si erano limitate alla massa tumorale poi rimossa.