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Parigi come Roma: su Liberation l’appello dei filosofi francesi contro le Olimpiadi 2024

Ci sono associazioni, filosofi, professori ed eminenti intellettuali, di cultura socialista e comunista, tra i firmatari di un appello contro Parigi 2024 rilanciato oggi da Liberation. Anche a Parigi, “le priorità sono altre”.
A cura di Enrico Tata
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Una parte di Parigi vuole seguire l'esempio di Roma e della sindaca Virginia Raggi: no alla candidatura alle Olimpiadi. Ci sono associazioni, filosofi, professori ed eminenti intellettuali, di cultura socialista e comunista, tra i firmatari di un appello contro Parigi 2024 rilanciato oggi da Liberation. Definiscono la candidatura della capitale francese come un'operazione di comunicazione lanciata, a costi altissimi, dalla sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo. Le spese sostenute fino ad ora per promuovere Parigi 2024 sfiorano, si legge nell'appello, i 60 milioni di euro e potrebbero arrivare fino a 100 milioni. L'appello è stato promosso inizialmente da Jean-Marie Brohm, professore emerito di Sociologia all'Università Paul Valéry Montpellier III,  Fabien Ollier, direttore della rivista Quel Sport ? e Pierre-André Taguieff, direttore delle ricerche al CNRS.

Anche a Parigi, "le priorità sono altre"

Citano Virginia Raggi: "Candidarci sarebbe da irresponsabili. No ai Giochi del mattone e no alle cattedrali nel deserto". E anche i firmatari dell'appello, come la sindaca di Roma, ritengono che per la Francia ci siano "altre priorità rispetto alla costosa candidatura olimpica". Del resto, dicono, quanto potrebbero costare i Giochi se gli Europei di calcio del 2016 sono costati più di 2 miliardi di euro? Le stime sul progetto parlano di 6,2 miliardi di euro. Ma le previsioni dei costi, fanno notare i professori, in passato non si sono mai rivelate esatte nella realtà.  A Pechino il budget è stato decuplicato rispetto alle previsioni, con le Olimpiadi che sono arrivate a costare in totale 32 miliardi. A Londra sono costate 11 miliardi, mentre a Rio, nel 2016, si sono spesi ben 33 miliardi (secondo Le Monde, 25 febbraio 2015).

"Dato l'enorme aumento della disoccupazione, l'esclusione, l'insicurezza e la povertà in Francia (6 milioni di disoccupati, 8 milioni di poveri), e in un contesto di misure di austerità che ha colpito tutti i settori della vita pubblica, riteniamo che ci siano altre priorità", è la conclusione degli intellettuali francesi. Tra i firmatari dell'appello c'è il direttore della prestigiosa EHESS, Scuola di alti studi in Scienze Sociali, il famoso filosofo e psichiatra Miguel Benasayag, autore dell'"Epoca delle passioni tristi", il direttore delle ricerche del Cnrs, il Centro nazionale della Ricerca scientifica, il direttore dell'Istituto internazionale Charles Darwin e molti filosofi e professori emeriti delle più importanti università parigine.

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