Paparelli, a 35 anni dalla morte scritte contro il tifoso della Lazio

Sui muri del cimitero del Verano, direzione A24, questa notte nel trentacinquesimo anniversario della morte del tifoso della Lazio Vincenzo Paparelli, una scritta di insulti: "2014 nulla è cambiato ancora godo per il razzo sparato 10-100-1000 Paparelli". Purtroppo non è la prima scritta di insulti sui muri della città contro il supporter biancoceleste, era successo ad esempio nel luglio del 2013 quando, dopo la festa per la nascita della As Roma, il quartiere era stato ricoperto di scritte antisemite e contro Paparelli. Nel pomeriggio la buona notizia: sono stati gli stessi tifosi della Roma appartenenti al gruppo ultrà della curva sud dei Fedayn a cancellare la scritta, scrivendo al suo posto: "Vincenzo, Gabriele, Antonio e Ciro Vivono". Il riferimento è chiaramente a Gabriele Sandri, raggiunto da un proiettile in autogrill mentre si recava a vedere la Lazio, ad Antonio De Falchi, supporter giallorosso ucciso nel 1989 a Milano durante degli incidenti tra tifosi e a Ciro Esposito, ucciso durante la scorsa finale di Coppa Italia giocatasi all'Olimpico con colpi da arma da fuoco. A sparare sarebbe stato l'ultrà romanista Daniele De Santis.
La morte di Vincenzo Paparelli il 28 ottobre 1979
Era il 28 ottobre del 1979 quando Vincenzo Paparelli, seduto in Curva Nord assieme alla moglie in attesa del fischio d'inizio del derby Roma-Lazio, fu colpito da un razzo di segnalazione sparato dalla Curva Sud che lo colpì in pieno volto. Il razzo si conficcò nell'occhio e Paparelli giunse in ospedale già senza vita. Un giovane di 33 anni morto nel più assurdo dei modi durante una partita di pallone. Ad essere condannato per la morte di Paparelli un 18 enne disoccupato, Giovanni Fiorillo.