6.024 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ostia, ventenne picchiato in spiaggia finisce in ospedale: “Stava facendo foto ai bambini”

Al giovane di nazionalità bengalese e ai suoi amici è stata anche rivolta l’accusa di essere “venuti a portare il coronavirus”. Sull’episodio indagano i carabinieri, che per prima cosa verificheranno se davvero i tre cittadini stranieri stavano fotografando dei minori sulla spiaggia dall’analisi dei loro telefoni cellulari.
A cura di Redazione Roma
6.024 CONDIVISIONI
Controlli di polizia sul lungomare di Ostia
Controlli di polizia sul lungomare di Ostia

Un giovane di vent'anni  di nazionalità bengalese è finito in ospedale con il naso rotto e diverse escoriazioni dopo aver subito un pestaggio sulla spiaggia di Ostia. La dinamica di quanto accaduto rimane ancora da chiarire ma, secondo quanto si apprende dalla stampa locale, il ragazzo stava facendo alcune foto a dei bambini e delle bambine che giocavano in acqua e sulla spiaggia. Un'attenzione non richiesta che ha messo in allarme gli adulti presenti che hanno notato quanto stava accadendo, e in pochi secondi dalle minacce agli insulti si è passato alle botte. Coinvolti anche due connazionali dell'uomo finito in ospedale.

Gli insulti: "Portate il coronavirus andate via"

Almeno questa è la versione data alle forze dell'ordine giunte sul posto da parte di una delle parti in causa. Secondo altre persone presenti a scatenare la violenza l'accusa di essere degli "untori" in riferimento alla presenza di molti casi di contagio nella comunità bengalese di Roma. Per riportare la situazione alla calma è stato necessario l'intervento di tre pattuglie dei carabinieri che hanno identificato le persone coinvolte, mentre il ventenne rimasto ferito da un pugno in pieno volto è stato trasportato in ambulanza all'ospedale Grassi di Roma.

L'inchiesta dei carabinieri

Ora sono i carabinieri della stazione di Ostia che dovranno stabilire cosa è accaduto e le responsabilità nello scoppio della rissa. I cellulari dei tre cittadini bengalesi sono stati posti sotto sequestro: ora i militari dovranno stabilire se contengono immagini pedopornografiche o meno.

6.024 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views