Ostia. Dietro l’incendio negli uffici del X municipio le mani dei clan sul litorale?

Tra le 2 e le 3 di notte un incendio di natura dolosa è divampato negli uffici dell'Uoal, sigla che sta per ‘unità organizzativa ambiente litorale', all'Infernetto in via Martin Pescatore. La scientifica, che ha terminato i sopralluoghi poco dopo mezzogiorno, ha rilevato impronte digitali e tracce di stracci imbevuti che sarebbero serviti a innescare l'incendio.
Se sulla natura dolosa del rogo non sembrano esserci dubbi, gli inquirenti indagano sulle ragioni. Ad essere andate in fumo le carte di alcune concessioni di spiagge comunali del X municipio, risalenti alla precedente amministrazione di centrodestra guidata da Davide Bordoni. Propio questi documenti sarebbero stati l'obiettivo dell'incendio. Sulla vicenda è intervenuto l'attuale mini sindaco di Ostia Andrea Tassone: “è un episodio inquietante, bisognerà vedere chi è stato e soprattutto perché”. Gli impiegati del municipio sono all'opera per stilare un elenco completo dei documenti andati in fumo.
Non è un segreto per nessuno infatti come la gestione del lungomare di Ostia sia da tempo al centro degli interessi della criminalità organizzata, non a caso proprio ad Ostia è stato usato il 416 bis, il reato di associazione mafiosa a Roma. E' il luglio del 2013 quando un'inchiesta mette nel mirino il rapporto tra tecnici del municipio ed esponenti del clan Spada, al centro dei colloqui intercettati proprio la spartizione degli arenili. Tra maggio e giugno dello stesso anno una raffica di attacchi incendiari, a volte armi in pugno, distrugge diversi stabilimenti: prima il Glam, poi il lido Nuova Pineta e il Faber, ma anche il ristorante Anema e Core.
Nel giungo del 2014 invece viene condannato ad otto anni di carcere Diego Rossi, esponente del clan di Carmine Fasciani per associazione di stampo mafioso (con gli Spada l'altra famiglia criminale di spicco del litorale romano dopo il declino dei siculo-romani Triassi) anch'egli indagato nello stesso procedimento. Altre quattro persone vengono condannate per intestazione fittizia di beni riconducibili proprio ai Fasciani. Contestualmente alla condanna vengono sequestrati due locali commerciali, Emmediesse e Dottor Fish, ma anche due stabilimenti balneari il Porticciolo e Malibu beach.
Le concessioni per gli stabilimenti fanno gola alla mafia, e forse la politica non ha sempre tenuto la guardia alta come avrebbe dovuto di fronte alle infiltrazioni, come ci ricorda quest'ultimo episodio di cronaca.