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Ostia, blitz allo stabilimento Kursaal per abusivismo: era il simbolo della Dolce Vita

Questa mattina, parti dello storico stabilimento nato negli anni ’50 sono state sequestrate dagli agenti della polizia locale di Roma Capitale. In particolare i vigili hanno posto sotto i sigilli, per abusi edilizi, la discoteca Barkabar, il solarium-parrucchiere e la boutique sulla spiaggia vicino alle cabine.
A cura di Enrico Tata
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(Foto dal sito di Kursaal)
(Foto dal sito di Kursaal)

Simbolo della Dolce Vita di Roma, costruito nel 1950 dall'archistar Attilio Lapadula e realizzato dall'impresa di Pierluigi Nervi, colui che costruì anche il Palazzo dello Sport dell'Eur. Neanche lo storico stabilimento Kursaal, sul lungomare Lutazio Catulo di Ostia, è riuscito a sopravvivere indenne alla lotta contro l'abusivismo sul litorale portata avanti dall'amministrazione capitolina. Questa mattina, parti del Kursaal sono state sequestrate dagli agenti della polizia locale di Roma Capitale. In particolare i vigili hanno posto sotto i sigilli, per abusi edilizi, la discoteca Barkabar, il solarium-parrucchiere, la palestra, i magazzini e la boutique sulla spiaggia vicino alle cabine. Il glorioso stabilimento appare anche in tantissimi film. Uno su tutti, "I vitelloni" di Federico Fellini. Il trampolino della piscina olimpionica è stato realizzato da Pieruigi Nervi e fu riaperto, dopo anni di incuria, solo nel 2009. Il Kursaal è in concessione agli eredi di Vittorio Balini, un ex bagnino di Ostia classe 1930. Fu famoso negli anni '80 perché comprava all'asta i diritti dei film e telefilm americani e poi li rivendeva in Italia. Famosa fu la compravendita di "Dallas" che fece con Silvio Berlusconi.

Il sequestro del Kursaal si aggiunge a quello di molti altri stabilimenti di proprietà della famiglia Balini, come la Spiaggia di Bettina, di proprietà di Carlo Balini, denunciato per aver pestato un suo dipendente lo scorso agosto, e cugino di Mauro Balini, in manette a luglio 2015 per irregolarità nell'ampliamento del porto turistico di Ostia. Lo scorso novembre fu sequestrato anche lo Shilling, sempre di proprietà della famiglia, perché erano stati edificati abusivamente oltre 400 metri quadrati di spiaggia per ingrandire il ristorante che, dopo l'intervento, arrivava quasi a lambire le onde in riva al mare.

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