Orrore in casa famiglia, le suore costringono i bimbi a docce gelate e a mangiare vomito
Costretti a fare docce gelate, a dormire al freddo senza le coperte, a rimangiare il loro vomito e anche a subire molestie sessuali. Un incubo quello vissuto dai bambini ospiti di una casa famiglia per minori a Rocca di Papa, Castelli Romani. A gestire la struttura erano tre suore sudamericane, tutte condannate dal tribunale di Velletri con accuse di maltrattamenti. Le indagini sono cominciate dopo la denuncia della mamma di due bambini: secondo la signora S.D. le suore picchiavano i bimbi, che tenevano mal vestiti e che obbligavano a dormire senza coperta nonostante il freddo. Questo perché uno di loro faceva la pipì nel letto di notte e le suore non avevano voglia di rilavare ogni giorno le coperte.
Secondo il racconto dei testimoni erano tante e terribili le angherie subite dai piccoli ospiti. Si parla anche molestie sessuali. Una delle tre suore è infatti accusata di aver intrattenuto rapporti sessuali con un minore all'interno della casa famiglia e per questo è stata condannata a cinque anni e sei mesi di reclusione e le è stato vietato di riprendere a lavorare con minori per tutta la durata della sua vita. La sorella gemella è stata condannata a due anni di carcere, mentre la terza suora a un anno e 11 meni. Le ultime due, come previsto dalla legge, godranno della sospensione della pena.
La prima denuncia è arrivata nel 2007, poi un'altra nel 2009 e infine una nel 2011. In tutti quegli anni le suore hanno continuato a gestire la casa famiglia e, probabilmente, anche i maltrattamenti sono proseguiti. "Abbiamo inoltre ascoltato il racconto di Alex, oggi maggiorenne e detenuto per furto d'auto, che raccontava di come negli anni abbia subito le attenzioni sessuali da parte della suora", ha raccontato Erika Iannucci, avvocato di parte civile di una delle madri dei bambini. "Sono soddisfatta che la struttura sia chiusa ma i miei figli sono seguiti da due psicologici per i danni subiti, niente potrà riparare a questo", ha dichiarato al Messaggero una mamma.