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Operazione “Banglatour”: indagati per violenze razziste 13 giovani di estrema destra

13 persone appartenenti all’area dell’estrema destra risultano indagati per violenze aggravate dal movente razziali. Perquisita anche sede di Forza Nuova. Dall’inchiesta particolari inquietanti sull’organizzazione interna del gruppo: punizioni corporali per i membri più giovani e spedizioni punitive.
A cura di Valerio Renzi
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Li chiamavano "Banglatour", spedizioni punitive di carattere razzista contro appartenenti alla comunità bengalesi. Aggressioni anonime e brutali, consumate senza nessun altro movente che l'odio verso gli immigrati. Scorribande notturne per le strade della capitale che finivano sempre con qualche ignara vittima presa a calci e pugni. Questa almeno la tesi degli inquirenti dei Ros dei Carabinieri che questa mattina hanno perquisito le abitazioni di altrettanti estremisti di destra tra Roma, Ferrara e Chiesi. Tutti sono accusati di far parte di un'associazione a delinquere finalizzata all'incitamento alla discriminazione razziale e alla violenza, con l'aggravante dell'odio razziale. Tra i capi d'accusa anche lesioni, detenzioni abusiva di armi da fuoco e altri reati minori. Perquisita la sede dell'organizzazione di estrema destra Forza Nuova di via Lidia, a cui diversi indagati apparterrebbero.Dalle carte degli inquirenti emergono particolari inquietanti sull'organizzazione interna del gruppo. Vessazioni contro i membri di una scala gerarchica inferiore, alcuni giovanissimi, anche minorenni, utilizzo sistematico della violenza "per la risoluzione delle controversie" e nelle "aggressioni nei confronti di militanti di opposta o concorrente fazione politica".

Secondo quanto emerge dall'inchiesta, avviata nell'autunno del 2013 a seguito della denuncia di numerose violenze ai danni di cittadini bengalesi, nell'ottobre del 2014 venivano documentate spedizioni punitive e raid. In un caso a farne le spese un militante dell'organizzazione di estrema destra concorrente Casa Pound, circondato da sei appartenenti al gruppo con manganelli e armi da taglio. La spedizione punitiva era la risposta ad una rissa verificatasi alcuni giorni prima in un locale di Ponte Milvio. In un altro caso il gruppo ha colpito, con una finta esecuzione eseguita con una pistola vera, un individuo ritenuto responsabile di una violenza sessuale ai danni di una militante di Forza Nuova durante una festa e facente parte dello stesso gruppo dedito ai pestaggi dei migranti.

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