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Operazione antidroga a Roma, il giro di affari del personal trainer vicino a Fabrizio Piscitelli

Davide Barberis è conosciuto negli ambienti criminali come un noto personal trainer in stretto contatto con la malavita albanese, in particolare con Dorian Petoku, appartenente alla cosiddetta batteria di Ponte Milvio, balzata recentemente alle cronache dopo l’omicidio di Fabrizio Piscitelli avvenuto il 7 agosto.
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A cura di Simona Berterame
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Tra i 21 arresti avvenuti all'alba dall'Infernetto a Tor Pignattara nell'ambito di una maxi operazione antidroga condotta dalla squadra mobile e coordinata dal procuratore Michele Prestipino e dal pm Nadia Plastina, spicca la figura di Davide Barberis. Sguardo fiero e muscoli tirati, Barberis è conosciuto negli ambienti criminali come un noto personal trainer in stretto contatto con la malavita albanese, in particolare con Dorian Petoku, appartenente alla cosiddetta batteria di Ponte Milvio, balzata recentemente alle cronache dopo l'omicidio di Fabrizio Piscitelli. Una operazione lunga e complessa quella condotta dai poliziotti in questi mesi ed è stata battezzata "Lucifero 2017", un richiamo alla zona dell'Infernetto dove Barberis abitava. "Eccezionale capacità di gestire la compravendita di partite di sostanze stupefacenti, potendo vantare contatti sicuro con alcuni dei maggiori fornitori della Capitale". Barberis viene descritto così nelle oltre quattrocento pagine dell'ordinanza di custodia cautelare del gip di Roma Costantino De Robbio. L'operato di Barberis, scrivono ancora gli inquirenti, consisteva anche nell'utilizzo di diversi telefoni e schede cellulari per sfuggire alle forze dell'ordine, utilizzandoli per brevi periodi e stando attento a non lasciare traccia delle conversazioni dove avvenivano scambi di merce.

I contatti di Barberis

Il circuito di spaccio di Barberis arrivava fino a Latina, permettendo così agli inquirenti di individuare a Malafronte Casimiro detto "Miro", nonché di individuare altri soggetti gravitanti nel mondo degli stupefacenti a loro volta fornitori di altrettante piazze di spaccio. Malafronte veniva impegnato da Barberis per l'acquisto e la consegna dello stupefacente, una mansione pagata 150 euro a consegna. Altro contatto di Barberis è stato il pregiudicato campano Egidio Longo detto "Gino Crodino", collegato agli ambienti della camorra napoletana, che ha rifornito di cospicui quantitativi di cocaina le piazze di spaccio del litorale laziale spingendosi fino ad Acilia e all'Infernetto. Inoltre, sono emerse le figure di Luca De Dominicis detto "Zoppo" e Davide Fedeli, noti fornitori della piazza di spaccio della Rustica, ai quali Barberis si rivolgeva per approvvigionarsi di cocaina presa "a credito". Il monitoraggio degli incontri tra Fedeli e Capogna ha consentito di far emergere il “ modus operandi” di Capogna che prevedeva anche un collaudato sistema utilizzato per la consegna dello stupefacente che avveniva attraverso la “staffetta” dell’auto: Capogna accompagnava personalmente tutte le consegne di stupefacente seguendo l’auto guidata da complici che pagava con notevoli somme di denaro senza mai “toccare” lo stupefacente in modo da evitare eventuali arresti da parte delle forze dell’ordine ed allontanandosi, a bordo di scooter presi a noleggio, immediatamente dopo le consegne. Barberis nel corso delle indagini si era però allontanato dal gruppo degli albanesi per dedicarsi al traffico illegale di medicinali anabolizzanti, poiché ritenuto più redditizio e meno rischioso dello spaccio della cocaina. Durante il suo arresto infatti, all'interno della sua abitazione infatti sono stati ritrovati diversi medicinali ma anche tutto il materiale per l'attività di spaccio (bilancino, macchina per il sottovuoto, foglietto con appunti di nominativi e cifre e oltre 2mila euro in contanti).

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