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Omicidio Marco Vannini

Omicidio Vannini, azione disciplinare contro il pm dell’indagine? Bonafede: “No comment”

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso di non commentare la notizia, diffusa ieri a mezzo stampa, della presunta azione disciplinare contro la pm che ha condotto le prime indagini sull’omicidio di Marco Vannini. Si tratterebbe di una fuga di notizie ancora non confermata dal ministro.
A cura di Natascia Grbic
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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede avrebbe promosso un'azione disciplinare nei confronti della magistrata Alessandra D'Amore, la pm che ha condotto le prime indagini sull'omicidio di Marco Vannini. Si tratterebbe di una fuga di notizie riportata da Le Iene, non ancora confermata dal ministro, che per adesso si è trincerato dietro un deciso ‘no comment'. Secondo quanto emerso, la pm potrebbe aver violato i doveri di diligenza e laboriosità creando un danno ingiusto ai genitori del ragazzo, morto la notte del 17 maggio 2015 a vent'anni. Il condizionale è d'obbligo, la notizia non è stata confermata dal ministro e per ora si tratta solamente di un'indiscrezione.

Omicidio Marco Vannini, la reazione della madre del ragazzo

Per ora quello che è certo è che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado con la quale Antonio Ciontoli era stato condannato a cinque anni di reclusione per omicidio colposo. Il processo quindi, torna in appello. Felici i genitori di Marco Vannini, che da cinque anni si battono affinché venga riconosciuto il reato di omicidio volontario. "Quando è stata letta la sentenza, è uscito mio nipote dall'aula urlando: ‘Zia è tornata indietro per tutti, per tutti' – ha dichiarato a Fanpage.it Marina Conte, la madre di Marco Vannini – Ho cominciato a urlare di gioia. In cassazione è accaduto il miracolo, questi giudici hanno letto le carte e hanno saputo dare un'interpretazione giusta. Marco è nel cuore di tutti, è il figlio di tutti".

La reazione dei legali della famiglia Ciontoli

Anche i legali della famiglia Ciontoli non hanno commentato negativamente la decisione della Suprema Corte. "L'unica valutazione che possiamo fare, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, è che la Corte di Cassazione ha rimesso in discussione il problema del dolo eventuale e del confine con la colpa cosciente – ha dichiarato Pietro Messina, avvocato dei Ciontoli – Quello che possiamo rilevare è che anche le posizioni dei familiari di Ciontoli sono rimaste impregiudicate. La loro situazione sarà rivalutata, è come se la Cassazione avesse chiesto il Var. Il reato potrebbe essere derubricato in favoreggiamento od omissione di soccorso, ma potrebbe esserci anche un'assoluzione".

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