Omicidio Sara Di Pietrantonio, Vincenzo Paduano accusato anche di stalking e premeditazione
Accusa di stalking e aggravante della premeditazione per Vincenzo Paduano, ritenuto colpevole della morte di Sara Di Pietratonio. La Suprema Corte di Cassazione ha riconosciuto che dovrà scontare la pena prevista per due reati distinti, non assimilabili: l'omicidio pluriaggravato e lo stalking. Come riporta Il Messaggero, i giudici nelle motivazioni relative all'udienza del 12 aprile scorso che ha accolto il reclamo del procuratore generale di Roma Stefano Tucci e dei familiari della vittima contro lo sconto di pena, hanno riconosciuto quanto sostenuto dal giudice per l'udienza preliminare che aveva stabilito in primo grado la pena dell'ergastolo per Paduano. Annullata invece la sentenza della Corte d'Assise d'Appello che il 10 maggio del 2018 aveva considerato lo stalking un aggravante riconducibile all'omicidio e non un reato a sé stante, ciò avrebbe ridotto la pena dell'imputato a 30 anni. Davanti a un’altra sezione della Corte d’Assise d’Appello di Roma si dovrà celebrare il processo d’appello bis nei confronti di Paduano.
Sara Di Pietrantonio strangolata e bruciata dall'ex fidanzato
L'omicidio di Sara Di Pietrantonio risale alla notte del 29 maggio 2016 quando Vincenzo Paduano ex fidanzato e guardia giurata, ha ucciso strangolandola la studentessa 22enne in via della Magliana a Roma. Un gesto efferato compiuto perché non era riuscito ad accettare che la ragazza lo aveva lasciato. La sera dell'accaduto Sara aveva deciso di accettare di incontrarsi con l'ex probabilmente per cercare di gestire al meglio la fine della relazione, dopo le continue minacce che aveva ricevuto. Dopo averla uccisa, al termine di una persecuzione continuata nel tempo, ha dato fuoco al suo corpo.