Omicidio Sacchi, sequestrati otto cellulari: c’è anche quello di Luca, sarà analizzato
C'è anche il cellulare di Luca Sacchi tra i gli otto telefonini sequestrati dai carabinieri del Nucleo Investigativo. Gli inquirenti estrapoleranno i tabulati telefonici, passeranno al vaglio i messaggi intercorsi tra i vari protagonisti dell'omicidio del personal trainer ventiquattrenne ucciso da un colpo di pistola all'Appio il 23 ottobre scorso. Proseguono le indagini dei militari coordinate dal pubblico ministero Nadia Plastina, che ha disposto il sequestro dei dispositivi. Cinque smartphone sono già stati analizzati. Sottoposti ad accertamenti tutti gli scambi intercorsi precedentemente, durante e dopo il delitto. Per l'omicidio di Luca Sacchi sono in carcere Valerio Del Grosso, accusato di aver aperto il fuoco contro il giovane, esecutore del colpo mortale alla testa sparato con una revolver calibro 38 e il suo complice Paolo Pirino, entrambi ventenni, indagati per concorso in omicidio.
Il padre di Luca Sacchi: "Anastasiya nasconde qualcosa"
Restano ancora molti gli interrogativi sulla notte dei tragici fatti. A pensarlo anche Alfonso, il padre di Luca Sacchi, che in un'intervista rilasciata a Il Messaggero ha detto che secondo lui "Anastsiya Kylemnyk nasconde qualcosa". È ormai definitiva la rottura tra la famiglia del giovane e la sua fidanzata, dopo l'assenza e il silenzio di lei, che, come spiegano i genitori del giovane "Non si è fatta più vedere, non ha più chiamato". Un comportamento che li ha fatti insospettire e che ha generato dubbi in quanto dopo cinque anni di fidanzamento con loro figlio era diventata anche lei un membro della famiglia, gli volevano bene. La madre e il padre di Luca attraverso i legali Armida Decina e Paolo Salice hanno chiesto che sia lei che l'amico di Luca, Giovanni Princi, vengano ascoltati. "Vogliamo sapere perché è morto Luca, se era innocente o se si trovava coinvolto nella compravendita di droga".
Dietro l'omicidio di Luca Sacchi ci sarebbe un debito per l'acquisto di 10 chili d'erba
Da quanto appreso da Fanpage.it la scelta di Del Grosso e Pirino di prendere lo zaino di Anastasiya che conteneva il denaro, senza esitare ad usare la forza, è stata dettata dalla volontà di rientrare in possesso di almeno una parte del denaro che Princi e i suoi amici gli dovevano, spaventandoli, rimasto in sospeso un debito per l'acquisto di dieci chili d'erba. Secondo alcune fonti nello zaino di Anastasiya ci sarebbero stati infatti 60mila euro. Debiti e affari in cui al momento Luca Sacchi non sembra avere avuto un ruolo diretto. Un'ipotesi che porterebbe una svolta nell'inchiesta, particolarmente utili potrebbero rivelarsi le dichiarazioni di Anastasiya e Princi, che al momento si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Giovanni Princi ha spostato l'auto di Anastasiya mentre Luca era in ospedale
Oltre alla posizione della fidanzata Anastasiya, gli avvocati della famiglia Sacchi ritengono poco chiara quella dell'amico Giovanni Princi, secondo quanto emerso in sede d'indagine, intermediario per l'acquisto della droga dai due ventenni di Casal Monastero. I legali vorrebbero capire il perché degli strani comportamenti avuti la notte dello sparo. Mentre Luca era agonizzate all'ospedale San Giovanni, Princi si è allontanato più volte dal pronto soccorso di viale dell'Amba Aradam, invece di restare al fianco dell'amico morente. Accompagnato, ha spostato la Citroen C1 di Anastasiya regolarmente parcheggiata nei pressi del John Cabot pub, auto che è stata poi successivamente ritrovata nei pressi di casa Princi. Forse, sostengono i legali, nel veicolo era nascosto qualcosa che non doveva essere trovato.