Omicidio Sacchi, i genitori di Luca: “Non conosceva i killer, era a Casal Monastero per lavoro”
"Dai nuovi atti d’indagine non risulta assolutamente che Luca conoscesse i suoi killer e che ci fosse stato un incontro. Emerge, che è cosa ben diversa, l’aggancio della cella del telefono di Luca Sacchi ad un ripetitore di Casal Monastero, e tra lui e gli altri soggetti non vi è mai stato alcun contatto telefonico. Proprio in quella zona vi sono scuole di arti marziali e Luca, in qualità di personal trainer, era solito proporsi in queste strutture, ragion per cui non è da escludere che lui si fosse recato lì per questo motivo". Sono queste le parole con cui i genitori di Luca Sacchi hanno voluto commentare i messaggi tra il figlio e Anastasiya usciti fuori durante il processo per la morte del ragazzo. Alfonso Sacchi e Tina Galati hanno affidato ai legali Armida Decina e Paolo Salice la loro versione dei fatti, smentendo che il figlio abbia qualcosa a che fare con la compravendita di droga organizzata da Giovanni Princi, amico del personal trainer.
"Luca è morto per proteggere Anastasiya"
Oggetto delle loro dichiarazioni, anche i messaggi che si sono scambiati Luca e Anastasiya qualche giorno prima di recarsi davanti il John Cabot Pub e da cui emerge la piena consapevolezza del ragazzo di quanto sarebbe avvenuto la notte tra il 23 e il 14 ottobre 2019. "Gli sms con Anastasiya dimostrano, ancora una volta, quello che abbiamo sempre temuto. La ragazza dice che per mantenersi dovrebbe fare la prostituta. Luca, per troppo amore, sembra quasi giungere ad un compromesso, chiedendole di non strafare e di non fare niente senza di lui. Emerge anche che Luca Sacchi cercava di convincere Anastasiya a staccarsi da Princi perché spaventato dai problemi che questi avrebbe potuto arrecare ad entrambi. Luca, pur di non lasciare la propria ragazza, ha deciso di proteggerla e nel fare questo ci ha rimesso la vita".
Gli sms di Luca ad Anastasiya
"Spero tu faccia come mi hai detto se no ti meno, se scopro che hai fatto le cose senza di me…". Questo il messaggio di Luca Sacchi ad Anastasiya, il 19 ottobre. L'acquisto di 15 chili di marijuana è previsto per quattro giorni dopo. E ancora prima, il 6 settembre: "Noi possiamo avere una vita molto più tranquilla per le carte che abbiamo. Loro non hanno la nostra situazione, secondo me. Lavorarci sì, ma viverci insieme come una piccola famiglia no. Lui è uno spacciatore di discreto livello e la polizia è il problema minore. Per lui noi siamo super puliti. E non capisco perché tu vuoi andarci a vivere. Tipo due mesi fa eri diversa, mi pari matta". "Amore, io se sto a casa mia, lascia sta che tantissimo sono stata da te, anzi sempre negli ultimi tempi, io un altro anno a casa con loro in questo spazio minuscolo mi vergognerei, devo ancora a 26 anni rientrare in silenzio a casa e non potermi lavare bene perché sennò sveglio qualcuno – la risposta della ragazza – Lu non è che ero diversa, è che se tu mi avessi detti di andare a vivere insieme io e te ci andavamo già due anni fa per me, ma io sto sempre qua a spera' che qualche amica mia me lo proponga ma te ne rendi conto? E tu a dirmi sempre la stessa cosa: " "Sì, Amo', ma io sto bene a casa" e io no e da sola dovrei fare la prostituta per mantenermi, ma dai (mi pari matta), sono solo stufa, amo".