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Omicidio Nuovo Salario, freddato pregiudicato Kasa Gentian: forse regolamento di conti per droga

Si chiamava Kasa Gentian l’uomo di 43 anni freddato questa notte da diversi colpi d’arma da fuoco sotto la sua abitazione a Nuovo Salario. Sul caso indagano gli agenti della Squadra Mobile: al vaglio tutte le piste, ma si pensa a un regolamento di conti per questioni di droga. A trovarlo riverso per strada è stata la moglie.
A cura di Natascia Grbic
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Un regolamento di conti per questioni di droga: sarebbe questo il motivo legato all'omicidio di Kasa Gentian, il 43enne ucciso questa notte in via Gabrio Casati 103 a Nuovo Salario, periferia di Roma. Gentian aveva precedenti per droga, furto e ricettazione, era stato arrestato dalla polizia per stupefacenti nel 2011 e dalla guardia di finanza di Roma e Ancona nel 2014. Sull'omicidio indagano i poliziotti della squadra mobile: gli agenti stanno cercando di scoprire se Gentian, detenuto in regime di semilibertà, abbia pestato i piedi qualcuno. Magari a chi gestisce il giro di spaccio a San Basilio o al Tufello. Di certo la sua è stata una vera e propria esecuzione: freddato sotto casa con diversi colpi di arma da fuoco, di cui quello mortale alla testa. Qualcuno ha voluto mandare un messaggio e punire Gentian per qualcosa. Che, forse, aveva fatto uno sgarro alle persone sbagliate.

L'omicidio di Kasa Gentian a Nuovo Salario

L'omicidio è avvenuto la notte del 26 gennaio, quando il quartiere di Nuovo Salario è stato squarciato dal rumore dei colpi di pistola. A trovare il corpo dell'uomo riverso per terra è stata la moglie, preoccupata dal fatto che non le avesse telefonato prima di entrare cella. Kasa Gentian, detenuto in regime di semilibertà, passava la giornata fuori dal carcere. Poi, la notte, rientrava nella sua cella del carcere di Rebibbia. Ieri sera ha salutato la moglie, poi si è avviato verso la casa circondariale, dove non è mai arrivato. Qualcuno lo aspettava sotto casa e lo ha freddato con diversi colpi di arma da fuoco. Quando la donna ha visto che il marito non la stava chiamando prima di entrare in cella si è preoccupata e ha iniziato a tempestarlo di chiamate. Alle quali, ovviamente, non ha mai risposto. È scesa allora sotto casa, dove ha visto il marito morto per terra sul marciapiede.

Gli spari sentiti dai residenti: "Pensavamo a dei petardi"

"Abbiamo sentito dei rumori, ma pensavamo a petardi. Non pensavamo a colpi di pistola. Questa è una zona tranquilla". Lo ha detto una residente all'AGI, commentando l'omicidio avvenuto questa notte. "Abbiamo sentito anche le sirene della polizia, erano molte auto, ma non siamo scesi in strada". Sul posto, la polizia scientifica per i rilievi del caso, oltre ai soccorsi del 118 che però non hanno potuto fare nulla per la vittima, morta sul colpo.

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