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Luca Varani uciso da Manuel Foffo e Marco Prato

Omicidio Luca Varani, la rivelazione di Prato: “Baciavo Manuel mentre lo strozzava”

Il tribunale del Riesame conferma la permanenza in carcere per Marco Prato, il killer, insieme a Manuel Foffo, del 23enne Luca Varani. Prato, dicono i giudici, “è un manipolatore. Ha una personalità malvagia e crudele”.
A cura di Enrico Tata
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"Manuel voleva forza da me e mi ha chiesto di baciarlo in testa mentre stringeva il collo. Io l’ho fatto". Colpi di martello, poi coltellate sferrate senza un obiettivo preciso, un seghetto trafigge il collo del 23enne e infine il primo tentativo di strozzarlo con un'antenna della tv. Ma Luca Varani non muore. "Come lo uccido?", avrebbe chiesto Manuel Foffo a Marco Prato. "Non lo so, strozziamolo", risponde lui. Foffo stringe il collo di Varani con le mani coperte da una calzamaglia per evitare di sporcarsi di sangue e, secondo il racconto dell'altro colpevole, chiede a Prato di baciarlo in testa mentre strozzava il ragazzo. Ma il tribunale del Riesame non crede alla versione di Prato sull'omicidio di Luca Varani. Difficile che abbia solo assecondato la furia di Manuel.

Per questo e per altri motivi i giudici hanno deciso di confermare la permanenza in carcere di Marco Prato. Il Riesame lo definisce un "manipolatore" e sostiene che "il fatto gravissimo non è avvenuto in modo improvviso e non ripetibile ma è frutto di una condotta che dura da mesi ed è diretta ad agire, anche con violenza, sulle persone che adesca". E' stata respinta quindi la richiesta dell’avvocato Pasquale Bartolo di trasformare il carcere in arresti domiciliari. "Prato – scrivono ancora i giudici – è un uomo di 30 anni che senza alcuna ragione scatenante decide con un amico di attuare una vera e propria “mattanza” (…) , ha una personalità malvagia e crudele".

L'omicidio di Luca Varani

Luca Varani viene invitato da Marco Prato e Manuel Foffo nell'appartamento in via Iginio Giordani. Nello stesso appartamento viene invitato anche Alex Tiburtina. "Ciao bello, vieni qui, fidati, bevi sto cocktail fatto da me, bevi che è da paura", gli propone Prato. Il ragazzo assaggia, si accorge che qualcosa non va e non beve più. Lo stesso cocktail viene offerto a Varani, che si sente male e perde i sensi. Prato e Foffo lo portano in camera da letto e là comincia il massacro durato diverse ore. Dopo due giorni Foffo decide di raccontare tutto al padre mentre Prato, forse, tenta il suicidio in una camera d'hotel. Forse, perché i medici del pronto soccorso non evidenziano "un un orientamento depressivo o un sentimento di autoaccusa".

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