“Omicidio di stampo mafioso”. Ergastolo per il boss Michele Senese
Era il 10 settembre del 2001 quando sul lungomare di Torvaianica Giuseppe Carlino, boss della Marranella, veniva ucciso con quattro colpi di pistola. Dopo 13 anni arriva la condanna all'ergastolo per Domenico Pagnozzi, ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio, e per Michele Senese, il boss della camorra che il gup di Roma Bernadette Nicotra ha ritenuto fuori ogni ragionevole dubbio essere il mandante. Due condanne pesanti non solo per la pena inflitta, ma perché per la prima volta viene riconosciuta l'aggravante dello stampo mafioso in un omicidio. Il gup ha accolto le richieste dei pm Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini, infliggendo una condanna a 30 anni per altri tre complici Raffaele Carlo Pisanelli, Giovanni De Salvio e Fiore Clemente; pene più miti per Antonio Riccardi (12 anni e 4 mesi) e Vincenzo Carotenuto (otto anni), per loro il giudice ha applicato l'attenuante di aver collaborato con la giustizia.
Omicidio Carlino, vendetta di mafia
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l'omicidio di Giuseppe Carlino, detto "Pinocchietto" sarebbe la risposta all'uccisione di Gennaro Senese, fratello di Michele. E' il 16 settembre del 1997 quando Gennaro Senese cade assassinato a coltellate per mano del fratello di Pinocchietto, Francesco Senese, avvenuta al culmine di una lite avvenuta nell'appartamento di quest'ultimo. Alla base dell'omicidio non solo ragioni di "affari", dove con questa parola si intende la cocaina che i campani garantivano ai boss della Marranella da smerciare a Roma, ma anche per ragioni di gelosia: Gennaro sarebbe stato l'amante di Cristina, la moglie di Francesco Carlino. Un omicidio che per Michele Senese non può passare impunito, non solo per lavare il sangue con il sangue ma per dimostrare che è un boss potente. Non importa se bisogna aspettare quattro anni: da dietro le sbarre ordina l'agguato e per farlo si affida a un vecchio amico, Domenico Pagnozzi che era stato al suo fianco negli guerra di mafia degli anni '80 nelle file della Nuova Famiglia di Carmine Aliferi. Quando i Senese arrivano a Roma negli anni '80 non si interrompe mai il rapporto con Pagnozzi, uomo affidabile e disposto anche ad uccidere, nonostante all'epoca si trovasse già in latitanza.