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Omicidio Desirée Mariottini a Roma

Omicidio Desirée Mariottini, un imputato: “Non c’entro, ma chiedo perdono alla famiglia”

Oggi la prima udienza della terza Corte d’Assise di Roma sul processo per l’omicidio di Desirée Mariottini. Youssef Salia, uno dei quattro uomini in carcere, ha dichiarato di non essere responsabile della morte della sedicenne ma ha chiesto scusa alla famiglia spiegando che ritirerà la denuncia sporta contro di loro.
A cura di Alessia Rabbai
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Desirée Mariottini
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"Non sono responsabile della morte di questa ragazza, ma chiedo perdono e scusa a sua madre e alla sua famiglia e rispetto il loro dolore". Sono le parole di Yussef Salia di fronte alla terza corte d'Assise di Roma, durante la prima udienza del processo per l'omicidio di Desirée Mariottini, nell'aula Bunker dove si trova anche la mamma di Desirée. La sedicenne di Cisterna di Latina drogata, stuprata e uccisa il 19 ottobre dello scorso anno e trovata morta in uno stabile abbandonato in via dei Lucani nel quartiere San Lorenzo, a Roma.

Yussef Salia ritirerà la denuncia contro i genitori di Desirée

Salia insieme ad Alinno Chima, Mamadou Gara e Brian Minthe è accusato di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori. L'uomo davanti ai giudici ha detto che ritirerà la denuncia sporta nei confronti dei genitori di Desirée, con la quale punta il dito contro di loro per di omessa vigilanza sulla figlia, sottolineando le responsabilità a carico della madre e del padre. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Stefano Pizza sostengono che i quattro uomini avrebbero drogato Desirée somministrandole un mix di droghe, di averne abusato a turno, provocandone la morte.

Chiesto l'annullamento dell'incidente probatorio per Mamadou Gara

Mamadou Gara non avrebbe avuto a disposizione un interprete durante l'incidente probatorio nell'udienza preliminare dello scorso 8 ottobre che dunque, potrebbe se giudicato tale dal giudice, risultare no valido. A sostenerlo il suo legale difensore che ha evidenziato l'anomalia chiedendo la nullità delle informazioni raccolte. Ora spetterà al magistrato stabilirlo, nell'udienza del prossimo 15 gennaio. In quel frangente sono stati ascoltati testimoni che la notte in cui sono accaduti i drammatici fatti si trovavano all'interno dello stabile di via dei Lucani. Davanti agli inquirenti hanno confermato di aver provato a chiamare l'ambulanza per soccorrere Desirée ma che gli è stato impedito dagli indagati.

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