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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio carabiniere, i due americani hanno rubato il borsello di pusher informatore dei militari

I due giovani americani arrestati avrebbero rapinato un pusher dopo essere stati truffati: al posto della cocaina avrebbero acquistato della innocua polvere bianca, forse aspirina. Lo spacciatore però chiede aiuto alle forze dell’ordine e i carabinieri si presentano all’appuntamento al loro posto per recuperare il borsello rubato, ma uno dei due accoltella a morte Mario Cerciello Rega.
A cura di Redazione Roma
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Truffati da uno spacciatore decidono di rifarsi rapinandolo del borsello. Questo avrebbe innescato la tragica sequenza di eventi che ha portato all'omicidio la scorsa notte del vice brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. I due 19enni americani avrebbero acquistato della cocaina nei vicoli di Trastevere ma, una volta scoperto che si trattava solo di una polvere bianca ma non di stupefacente, erano andati su tutte le furie decidendo di rubare il borsello al pusher nei pressi di piazza Mastai. A quel punto il gruppo di spacciatori colpito decide di coinvolgere i carabinieri organizzando lo scambio: il borsello in cambio di alcune centinaia di euro. Prendono appuntamento con i due americani nei pressi del loro hotel ma al loro posto vanno i carabinieri. Pensando di avere a che fare con un gruppo di malviventi i due americani si presentano armati di un coltello ma, quando si vedono arrivare addosso i due carabinieri uno dei due per evitare il fermo, forse sotto l'effetto anche di sostanze stupefacenti sferra le otto coltellate mortali. Forse non pensava neanche di trovarsi davanti un carabiniere, o non ha fatto in tempo a capirlo prima di agire essendo Mario Rega e il suo collega in borghese. Cosa contenesse il borsello oltre i documenti, ad esempio droga o denaro e in che quantità non è ancora noto.

Pusher sarebbe stato un informatore delle forze dell'ordine

L'uomo rapinato dunque sarebbe un informatore della forze dell'ordine e per questo si sarebbe sentito tranquillo nel coinvolgere i militari della stazione di Piazza Farnese. Questa sarebbe la ricostruzione più attendibile dopo una giornata in cui si sono susseguite informazioni confuse e contraddittorie fino alla confessione arrivata verso le 23.00 di uno dei due 19enne statunitensi.

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