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Il caso Maria Sestina Arcuri

Omicidio Arcuri, la Cassazione: “Sestina lanciata dalle scale, non ha potuto difendersi”

“Nessun rotolamento, Sestina lanciata dalle scale” ne è convinta la Cassazione che, nelle motivazioni del rigetto al ricorso presentato dalla difesa di Andrea Landolfi, ha dichiarato la richiesta “inammissibile” e i motivi “infondati”. Prova regina secondo i giudici le risultanze medico-legali sulla vittima.
A cura di Alessia Rabbai
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Maria Sestina Arcuri e Andrea Landolfi
Maria Sestina Arcuri e Andrea Landolfi
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La Suprema Corte di Cassazione nelle motivazioni depositate a inizio dicembre spiega il rigetto al ricorso presentato dalla difesa di Andrea Landolfi, in carcere dallo scorso settembre e imputato per l'omicidio della fidanzata Maria Sestina Arcuri, contro la decisione del Tribunale del Riesame che ha accolto l'ordinanza d'arresto. "Le risultanze medico-legali smentiscono la versione di un rotolamento congiunto di Maria Sestina Arcuri e Andrea Landolfi e confermano, al contrario, l'impatto del cranio della vittima sul pavimento, conseguente ad una caduta senza difese" si legge nel documento. Affermazione quest'ultima, come spiega l'avvocato di parte civile Vincenzo Luccisano, che indica come "Sestina non ha potuto fare nulla per difendersi, perché è stata colta di sorpresa dal suo aggressore e lanciata nel vuoto".

"Nessun rotolamento, Sestina lanciata dalla scale"

La Cassazione nel documento chiarisce punto per punto perché i quattro motivi del ricorso presentato dalla difesa di Landolfi sono di fatto "infondati". In particolare, la consulenza medico-legale smentisce le dichiarazioni del trentenne e della nonna Mirella Iezzi, anch'essa imputata in un altro procedimento penale, secondo le quali la coppia sarebbe inavvertitamente rotolata dalle scale. Altro elemento contrastante è la forma della scala, a ‘L': "Le lesioni mortali riportate da Sestina e la morfologia della scala da cui è caduta, non consentirebbero il rotolamento neanche di una sola persona" spiega Luccisano.

L'audizione al minore

Inoltre la Cassazione ha giudicato idoneo il preavviso per l'audizione al minore, figlio di Landolfi, corretta la modalità con la quale è stata svolta e attendibile il suo racconto, unico presente oltre a Mirella la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019 durante la serata al pub e nella casa di Ronciglione in cui sono accaduti i drammatici fatti che hanno portato alla morte della 26enne calabrese. Testimonianza confermata anche dalle conversazioni intercettate di nonna e nipote.

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