Ieri è stato inaugurato il bellissimo presepe di sabbia che quest'anno abbellisce piazza San Pietro, mentre il tradizionale abete di Natale, addobbato a festa, è stato accesso. Proprio qui all'ombra del Cupolone, proprio dietro l'angolo dove sciamano migliaia di turisti e romani che si preparano tra shopping e regali a festeggiare il Natale, un uomo è morto di freddo in mezzo alla strada, un cittadino polacco di 62 anni. Quando qualcuno lo ha notato riverso in terra in piazza della Rovere le sue condizioni erano già gravi. Trasportato d'urgenza in ospedale è deceduto poco dopo l'arrivo. I medici non hanno potuto fare nulla, si dice in questi casi. Ma forse le istituzioni di Roma avrebbero potuto. È il secondo senza tetto a perdere la vita in due settimane. Era successo anche in via dello Scalo San Lorenzo, anche questa volta ad uccidere sarebbe stato il freddo.
Era il 29 novembre e la Comunità di Sant'Egidio scriveva in una nota un duro atto d'accusa: “Di fronte alla morte di un uomo, che ancora non è stato identificato ma che aveva diritto a vivere una vita più dignitosa, ognuno è chiamato ad intervenire, a guardarsi attorno, ad aiutare come può chi vive e dorme per strada, soprattutto quando arriva il freddo”. "Chiediamo alle istituzioni di allargare una rete di ospitalità che, limitandosi nella Capitale a soli 335 posti in più per la stagione invernale (di cui 100 per l’accoglienza diurna) rispetto ai quasi 2.500 già disponibili, è ben lontana dal rispondere al bisogno espresso da quasi 8mila persone che dormono all’aperto o in sistemazioni precarie”. Pochi giorni dopo queste parole sono ancora drammaticamente valide.
Potremmo proseguire scrivendo del drammatico contrasto tra le vetrine scintillanti e addobbate, dell'opulenza di tavole imbandite e degli sprechi, parole magari di buona resa e di facile presa ma per nulla originali. Preferiremmo invece di gran lunga raccontare di una città che salva e si prende cura di tutti i suoi cittadini. Lunedì mattina è atteso lo sgombero del ghetto dell'ex Penicillina dove centinaia di uomini e donne vivono tra immondizia e veleni: è giusto che quel luogo venga bonificato e reso sicuri. Ma loro dove andranno a dormire? Quanti morti dobbiamo aspettarci in strada prima della fine dell'inverno?