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Niente tate straniere e soldi alle mamme italiane: Pirozzi vive nel Medioevo

Marta Bonafoni, consigliera uscente alla Regione Lazio, risponde alle dichiarazioni del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che ha promesso soldi alle donne con figli così che “le mamme possano tornare a fare le mamme”.
A cura di Redazione Roma
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Ospitiamo un intervento di Marta Bonafoni consigliera uscente alla Regione Lazio, e impegnata nelle iniziative legislative a sostegno della salute e dei diritti delle donne, che risponde alle dichiarazioni del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi candidato governatore con una lista civica.

C'è qualcosa di distorto e retrogrado nelle parole di Sergio Pirozzi il quale da un lato afferma che non abbiamo bisogno di tate straniere perché "non insegnano i valori fondanti di questa nazione" e dall'altro che, proprio per questo, "le mamme devono tornare a fare le mamme".

Sono due affermazioni ben distinte che però, messe insieme, rendono perfettamente l'idea di una visione politica fatta da un lato di razzismo e dall'altra di stereotipi. Le donne non vanno bene: se straniere perché i nostri figli vanno cresciuti dalle madri italiche, se lavoratrici perché il nostro ruolo deve essere quello tra le mure domestiche.

Una visione che ci riporta indietro al Medioevo, con l'aggiunta di quel pizzico di razzismo che per il suo elettorato non fa mai male.

Per cinque anni mi sono battuta contro questa visione del mondo e contro chi, in aula e nelle strade, ha attaccato il rilancio dei consultori pubblici, la legge contro la violenza di genere, il contrasto all'omofobia, la ru486 in day hospital, il bando per non obiettori del San Camillo, la corretta applicazione della 194, l'autodeterminazione e la libertà delle donne.

È la stessa visione che sta minando a Roma spazi di cultura e autodeterminazione preziosi come la Casa internazionale delle donne o Lucha y Siesta, equiparati a qualunque altro luogo e a qualunque altra esperienza.

Ecco perché se dovessero vincere loro sarebbe la Restaurazione e verrebbero fatti mille passi indietro non solo le donne ma per tutte e tutti

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