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Neonata uccisa a Orte: oggi i funerali di Giulia, proseguono le indagini sulla madre

Si celebreranno oggi pomeriggio a Orte Scalo i funerali di Giulia Stavila, la neonata di 4 mesi per la cui morte è indagata la madre, la 30enne moldava Mariana Golovataia. La donna era stata trovata priva di sensi in casa dal marito. Accanto a lei il cadavere di Giulia e in un’altra stanza l’altro figlio di 5 anni della coppia, sotto choc. La donna, in stato di fermo per omicidio volontario e tentato omicidio, è ricoverata in ospedale.
A cura di F.L.
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I cittadini di Orte Scalo (Viterbo) si preparano a dare l'ultimo saluto a Giulia Stavila, la neonata di quattro mesi trovata morta in casa accanto alla madre, Mariana Golovataia, poi indagata per il suo decesso. I funerali della piccola Giulia saranno celebrati oggi pomeriggio nella chiesa di Sant'Angelo. Non ci sarà la madre: la 30enne moldava, in stato di fermo con l'accusa di omicidio volontario nei confronti di Giulia e tentato omicidio dell'altro figlio di 5 anni, è infatti ancora ricoverata all'ospedale Belcolle di Viterbo, anche se non è più piantonata. Si trova adesso nel reparto di "medicina protetta" riservato agli arrestati che necessitano di cure mediche.

La tragedia mercoledì pomeriggio

Nel pomeriggio di mercoledì scorso la donna era stata trovata priva di sensi accanto al cadavere di Giulia dal marito e padre delle due, Ghenadie Stavila, che aveva dovuto forzare la porta di casa dal momento che nessuno rispondeva all'interno. In un'altra stanza dell'abitazione di Orte Scalo dove la famiglia vive, l'uomo (anche lui moldavo), aveva trovato l'altro figlio in stato di choc. Secondo i medici, dopo aver ucciso la figlia Giulia (forse annegandola), Mariana avrebbe tentato di suicidarsi ingerendo una massiccia dose di psicofarmaci. La donna ne faceva uso ormai da qualche tempo, perché sarebbe stata vittima di depressione "post partum". Il quadro di quella che sembra una tragedia famigliare inizia a farsi più chiaro, anche se proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia di Civita Castellana, coordinate dal pubblico ministero di Viterbo Franco Pacifici, cui è affidata l'inchiesta.

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