Estremisti di Militia a processo, il pm: “Condannare per apologia di fascismo”
Il pubblico ministero di Roma Luca Tescaroli ha chiesto la condanna per tutti i sette militanti di estrema destra a processo appartenenti alla sigla Militia. Chiesti 5 anni e mezzo di carcere per il leader Maurizio Boccacci, solito negare la shoa e indicare il Diario di Anna Frank come un falso, 6 anni e mezzo per il luogotenente Stefano Schiavulli, per Massimiliano De Simone, 5 per Giuseppe Pieristè. Richieste più miti per Daniele Gambetti, Giovanni Ricotta Barbati e Valerio Moda, per cui il pm ha chiesto 3 anni e mezzo.
Gli imputati sono accusati di associazione per delinquere, violazione della legge Mancini e apologia del fascismo. Il gruppo facente capo a Boccacci ha diffuso tra il 2008 e il 2011 idee fondate sull'odio etnico e razziale, in particolare affiggendo sui muri della capitale striscioni dal contenuto razzista e antisemita. In particolare nel mirino del gruppo c'era Riccardo Pacifici, numero uno della Comunità ebraica di romana, e diversi rappresentanti delle istituzioni. "Voglio far saltare Pacifici", così diceva durante una telefonata intercettata il leader Maurizio Boccacci, che per gli inquirenti sarebbe stato ossessionato dal presidente della Comunità ebraica.
"La comunità ebraica di Roma – scrive in una nota il portavoce Fabio Perugia – ringrazia il pm Luca Tescaroli per il lavoro svolto nel processo contro gli esponenti di Militia, e ritiene le richieste di condanna idonee per personaggi di estrema destra che propagano odio e diffondono politiche razziste e antisemite che possono sfociare in violenze fisiche. E' arrivato il momento di estirpare questo tumore dalla nostra società".
Boccacci prima di fondare Militia ha avuto una lunga carriera nell'estrema destra. Già leader del "Movimento Politico Occidentale", gruppo sciolto proprio con la legge Mancini, fonda poi Base Autonoma per passare a metà degli anni 2000 dentro Fiamma Tricolore. Nel 1994 viene arrestato per gli scontri tra tifosi giallorossi e polizia durante la partita Brescia-Roma durante la quale guidò un manipolo di estremisti contro la polizia armati di asce, coltelli, bastoni e ordigni artigianali