Muore dopo il trapianto di un cuore cardiopatico: aperta un’inchiesta. Lorenzin: “Errore inaccettabile”
Una vicenda che, se confermata, rappresenterebbe un caso macroscopico e grave di malasanità. Un uomo sottoposto ad un trapianto di cuore per aumentare la propria aspettativa di vita, avrebbe ricevuto invece in "dono" un organo malato. La vicenda è riportata dal quotidiano il Messaggero, che racconta nell'edizione odierna come il paziente fosse stato chiamato dall'ospedale San Camillo di Roma, per essere trapiantato. Interrotta la vacanza con moglie e figli l'uomo si reca in tutta velocità in ospedale, mentre dal San Raffaele di Milano arriva il cuore per l'operazione.
L'organo trapiantato non sarebbe stato idoneo
Due giorni dopo l'operazione il 50enne muore. Non una crisi di rigetto, non un'infezione o una complicazione dell'operazione, ma un'insufficienza cardiaca a stroncarlo. Secondo quanto appurato dagli inquirenti la colpa sarebbe proprio di quel cuore trapiantato, che non sarebbe stato adatto all'operazione, provenendo da un paziente con patologie cardiache, morto proprio per un infarto.
Aperta un'inchiesta per omicidio colposo
A seguire l'inchiesta per il reato di omicidio colposo, aperta dopo la denuncia dei familiari dell'uomo deceduto, il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e il pm Claudia Alberti che hanno passato gli atti ai colleghi milanesi, che dovranno stabilire se un errore sia stato commesso nel giudicare l'organo idoneo al trapianto. Secondo l'autopsia il cuore sarebbe stato irrimediabilmente compromesso nel corso dei tentativi di rianimazione del donatore.
La ministra Lorenzin: "Errore inaccettabile"
Oltre alla procura su quanto accaduto indaga anche il San Raffaele che ha annunciato l'apertura di un'inchiesta interna. E non è escluso l'arrivo degli ispettori ministeriali. La ministra della Salute Beatrice Lorenzin, in diretta su Radio Capital, ha parlato di errore "tragico e inaccettabile" e annunciato l'avvio di "procedure di verifica" per capire "se e dove c'è stata una falla.
Centro Nazionale Trapianti: "Il cuore funzionava"
"Il cuore trapiantato nell'uomo che e' deceduto dopo un trapianto dalla coronarografia era risultato normale, cioè nelle condizioni di essere trapiantato", ha dichiarato il direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa, che ha reso noto di aver messo a disposizione della procura tutti gli elementi di cui l'ente che dirige è in possesso. "Il donatore aveva auto un arresto cardiaco in una piscina – ha puntualizzato Nanni Costa – ma successivamente aveva ripreso a battere normalmente".
Il San Camillo: "Procedure rispettate"
Questo il comunicato ufficiale dell'ospedale San Camillo: "Tutte le procedure necessarie al trapianto di cuore sono state rispettate e seguite le linee guida. E' stata eseguita una valutazione del cuore del donatore attraverso un elettrocardiogramma e una ecocardiografia, che hanno esaminato l'organo a livello strutturale e funzionale, oltre a una coronarografia. Tutti i test sono risultati negativi. La rete trapiantologica ha certificato che il cuore rispettava i criteri di idonietà. La stessa valutazione è stata certificata dall'equipe del San Camillo che ha proceduto all'intervento. Il nostro ospedale esprime nel campo dei trapianti un'eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Nel Centro trapianti – dal 2001 – sono stati effettuati 218 trapianti di cuore e 101 di cuore artificiale"