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Morto Tonino Cianfarani, assassino di Samanta Fava: l’aveva uccisa di botte e murata in cantina

Tonino Cianfarani è morto all’età di cinquant’anni, stroncato da un malore. Era ricoverato da tempo all’ospedale di Sora a causa di una grave malattia. L’uomo era stato condannato a 25 anni di reclusione per l’assassinio di Samanta Fava, la 37enne di Sora ammazzata di botte e murata nella sua cantina di casa a Fontechiari.
A cura di Natascia Grbic
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Tonino Cianfarani, il muratore di Fontechiari che il 3 aprile 2012 ha ucciso di botte la 37enne Samanta Fava, è morto all'ospedale di Sora a causa di un malore. Condannato a 25 anni per il femminicidio della donna, assassinata con calci e pugni perché aveva rifiutato le sue avances, da tre anni aveva ottenuto gli arresti domiciliari perché gravemente malato. E così, a cinquant'anni, si è spento, otto anni dopo il tragico assassinio della donna. L'uomo era stato arrestato nel 2013, un anno dopo aver ucciso Samanta: per 24 mesi, con depistaggi e false testimonianze, era riuscito a depistare il lavoro delle forze dell'ordine, che indagavano sulla scomparsa di Samanta. Del suo caso si era occupato anche la trasmissione ‘Chi l'ha Visto'. Non sapevano che la 37enne era stata chiusa in un sacco e murata nella cantina di casa di Cianfarani, che aveva detto agli inquirenti di non sapere nulla della donna.

Il femminicidio di Samanta Fava a opera dell'ex fidanzato

Tonino Cianfarani era stato fidanzato da ragazzo con Samanta Fava. Poi si erano lasciati e lei si era sposata con un altro uomo, dal quale aveva avuto una figlia. Dopo anni di matrimonio si è separata e ha cominciato a frequentare nuovamente Tonino, ma solo come amico. Lui voleva qualcosa di più, ma all'ennesimo rifiuto, non tollerando i decisi ‘no' della donna, ha deciso di porre fine alla sua vita. E lo ha fatto prendendola a calci e pugni fino a farla morire: poi, l'ha gettata giù dalle scale, l'ha messa in un sacco e l'ha murata nella cantina della sua abitazione. Il corpo è rimasto lì per un anno.

L'arresto di Tonino Cianfarani

A denunciare la scomparsa di Samanta era stato proprio l'ex marito. Tonino Cianfarani, nonostante fosse stato l'ultimo ad averla vista, rimarrà libero per un anno. La svolta arriva con il lavoro dei due investigatori Pierluigi Di Vittorio e Annamaria Centofante, che non sono affatto convinti della versione data da Tonino. Messo sotto torchio, Cianfarani in un primo momento dice che Samanta è morta a causa di un malore e che lui l'ha gettata nel fiume Liri per paura delle conseguenze. Ma nel fiume non c'è traccia del corpo di Samanta e le ricerche si interrompono. Gli investigatori però, non hanno mangiato la foglia: quando Cianfarani è partito per un viaggio, hanno colto l'occasione e si sono fatti autorizzare dal giudice una perquisizione nella casa in affitto di Fontechiari, trovando il corpo di Samanta.

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