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Morte studente Usa Beau Solomon, assolto Galioto: “Spero che il vero colpevole si faccia avanti”

Massimo Galioto assolto dall’accusa di omicidio volontario nel processo per la morte dello studente statunitense Beau Solomon. Intervistato da Fanpage.it racconta: “Una bella gioia, spero che il vero colpevole si faccia avanti”. Ed alla famiglia della giovane vittima: “Spero che avrete giustizia”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Massimo Galioto è stato assolto da ogni accusa: il 44enne punkabbestia era accusato di aver ucciso lo studente americano Beau Solomon, lo studente statunitense di 19 anni morto annegato nel Tevere nella notte a cavallo tra il 30 giugno ed il 1° luglio 2016. Lo hanno stabilito i giudici della III Corte d'Assise: Massimo Galioto è stato assolto per non aver commesso il fatto. Era accusato di omicidio volontario e nei suoi confronti i pubblici ministeri Nadia Plastina e Gennaro Varone avevano chiesto l'ergastolo.

Massimo Galioto [Foto / Fanpage.it]
Massimo Galioto [Foto / Fanpage.it]

Ai microfoni di Fanpage.it, lo stesso Galioto ha espresso la sua felicità per l'assoluzione. "È stata una bella gioia, però non ho festeggiato perché non era giusto: per la famiglia, per la magistratura e per tutti quelli che hanno seguito il caso. Così come non era giusto rilasciare dichiarazioni o inveire contro la gente che ha fatto il proprio lavoro, pensando di farlo giusto", ha spiegato Galioto. Che ha poi spiegato che riprenderà la propria vita normale: "sempre qua, sotto il nostro ponte, felicemente. E basta, tutto qua. A me piace che la gente rida, e continuare a fare quello che ho sempre fatto".

"Spero si trovi il vero colpevole"

Qualche parola, però, Massimo Galioto l'ha voluta rivolgere alla famiglia di Solomon. "A loro vorrei dire: spero che avrete giustizia, perché è giusto che sia così. Mi dispiace che finora non l'abbiate avuta, ma spero vivamente che l'avrete. E spero che davvero il vero colpevole sia preso dai rimorsi della coscienza e si faccia avanti". Pochi, invece, i commenti rilasciati verso la sua ex-compagna, che era stata la sua accusatrice ma che è stata considerata poco attendibile. "Di lei cosa posso dire? Nulla, non posso provare rancore per un'anima in pena, tanto non troverà mai la pace", ha spiegato a Fanpage.it, aggiungendo che prima del verdetto "La tensione era alle stelle, però ero fiducioso e l'avvocato pure avendo studiato tutte le cose mi aveva detto di preoccuparmi solo fino a un certo punto, però chiaramente per una cosa del genere, una persona a stare tranquilla non ci riesce mai".

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