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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Morte di Stefano Cucchi, Il Campidoglio intitolerà una strada di Roma in suo nome

A Stefano Cucchi sarà intitolata una strada, una piazza o un giardino di Roma. Questa la proposta che sarà discussa il prossimo novembre dalla commissione capitolina toponomastica, a dieci anni dalla morte del giovane.
A cura di Alessia Rabbai
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Stefano Cucchi
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Una strada, una piazza o un giardino di Roma porterà il nome di Stefano Cucchi. La proposta sarà argomento di discussione nella prossima commissione capitolina toponomastica di novembre. L'iter a dieci anni dalla scomparsa del ragioniere romano. La mozione presentata dal capogruppo di Sel, Gianluca Peciola e sottoscritta dalla maggioranza di centrosinistra e dal Movimento Cinque Stelle, è stata presentata il 23 settembre del 2014, nel giorno di inizio del processo d'appello a cinque anni dalla morte del ragazzo.

Approvata la mozione nel VIII Municipio

Lo scorso anno la giunta dell'VIII Municipio guidata da Amedeo Ciaccheri ha approvato una mozione per dedicare una strada del quartiere Garbatella e Ostiense a Stefano Cucchi. "In questo modo, oltre a esprimere tutta la vicinanza nostra e del territorio alla famiglia di Stefano, vogliamo far in modo che quanto accaduto non venga mai e poi mai dimenticato", ha spiegato il minisindaco. Una scelta condivisa con la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi.

Otto carabinieri a processo per depistaggio

Il prossimo 12 novembre si terrà la prima udienza del quarto processo per la morte di Stefano Cucchi, che vede imputati otto carabinieri per depistaggio. Il giudice dell'udienza preliminare ha rinviato a giudizio i militari dell'Arma, tra i quali alti ufficiali, coinvolti nell'inchiesta sul decesso del ragazzo. "Questo è un momento storico estremamente significativo – ha detto Ilaria Cucchi, in attesa dell'udienza – Per merito di Riccardo Casamassima siamo arrivati fin qui. Dieci anni fa, mentre ci sbattevamo in processi sbagliati, non potevamo nemmeno immaginare quello che stava avvenendo alle nostre spalle e sulla nostra pelle. Oggi per quel motivo qualcuno sarà costretto a risponderne in un'aula di giustizia".

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