Morte di Maria Sestina Arcuri, chiesto il processo con rito immediato per il fidanzato
Il pubblico ministero di Viterbo Franco Pacifici ha chiesto il processo con rito immediato per Andrea Landolfi, il 30enne romano accusato di aver ucciso la fidanzata Maria Sestina Arcuri lo scorso febbraio. Landolfi deve rispondere di omicidio volontario: è finito in carcere a otto mesi di distanza dal delitto, dopo che le indagini sulla morte della 26enne originaria della Calabria hanno fatto emergere nuovi elementi che lo accuserebbero di aver spinto giù dalle scale la ragazza nella casa della nonna del 30enne a Ronciglione, nel Viterbese, nella notte tra il 3 e il 4 febbraio. Maria Sestina era poi deceduta il 6 febbraio a causa dei traumi riportati. La sua morte ha assunto fin dall'inizio i contorni di un vero e proprio giallo: il fidanzato, che stava trascorrendo con suo figlio e Maria Sestina un weekend a casa della nonna, aveva sostenuto fin da subito la tesi di un incidente, ma lo scorso 25 settembre è finito in carcere a Regina Coeli con l'accusa di omicidio volontario. La misura cautelare in carcere è divenuta esecutiva dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso del legale del giovane: al momento dell'arresto il giovane si trovava in una comunità terapeutica.
Si attende la decisione del giudice
Adesso, dopo la chiusura delle indagini preliminari, la testata online "Tusciaweb" ha dato notizia della richiesta del rito immediato (processo che si svolge senza l'udienza preliminare) del pm Franco Pacifici, che ha condotto l'inchiesta sulla morte di Maria Sestina Arcuri. Sulla richiesta del pm dovrà esprimersi il giudice per le indagini preliminari Francesco Rigato: in caso di accoglimento la difesa di Landofli potrebbe chiedere il rito abbreviato, che comporta lo sconto dio un terzo della pena in caso di condanna.