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Morte dell’ematologo Francesco Lo Coco, gli amici: “Ci sembrava triste e malinconico”

Alcuni amici di Francesco Lo Coco, ematologo di fama internazionale per i suoi studi sulla leucemia fulminante, hanno detto di averlo viste triste e malinconico prima che compisse il gesto estremo e si suicidasse gettandosi nel Tevere a Roma. Resta inspiegabile il motivo per il quale il professore si è ucciso.
A cura di Alessia Rabbai
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Resta inspiegabile il motivo della morte del professor Francesco Lo Coco, scomparso il 4 marzo scorso. Al perché una mente eccelsa come la sua, un ematologo di fama mondiale per gli studi sulla leucemia fulminante si sia suicidato a 63 anni buttandosi nel Tevere, nessuno sa dare una spiegazione. Alcuni dei suoi amici più stretti avrebbero raccontato a La Repubblica che negli ultimi mesi sembrava come se avesse una malinconia dentro, una tristezza, e che gli avevano chiesto più volte se ci fosse qualcosa che non andava, senza ricevere in cambio nessuna risposta. Il giorno dei tragici fatti, poco prima dell'accaduto, Francesco Lo Coco si trovava a pranzo con la sua famiglia e facevano progetti su come trascorrere insieme il tempo libero, tra i suoi numerosi impegni lavorativi. Erano in corso i festeggiamenti in occasione del compleanno del figlio della compagna, quando, improvvisamente si è alzato dal tavolo del ristorante davanti al Foro Italico, ha detto che doveva andare in bagno ma è uscito dal locale e si è lanciato nel vuoto all'altezza del Ponte della Musica. Sulla salma è stata disposta l'autopsia che sarà svolta oggi.

Chi era l'ematologo Francesco Lo Coco

Francesco Lo Coco, ematologo di fama internazionale, è nato a Palermo 63 anni fa. La sua è stata una carriera che si è distinta per eccellenza, ritenuto un luminare per i suoi studi sulla leucemia fulminante, la forma più aggressiva del tumore del sangue, che aiutarono tante persone e che resero la sua fama di livello internazionale. Ordinario di Ematologia e direttore della UOC Laboratorio di Oncoematologica del Policlinico Tor Vergata di Roma, si era specializzato nel 1985 in Ematologia all'Università la Sapienza di Roma con il professor Franco Mandelli, il padre dell'Ematologia italiana. La sua firma compare su oltre 300 articoli originali su riviste internazionali scientifiche, principalmente incentrati sulla diagnostica e il monitoraggio molecolare di leucemie e linfomi, e in particolare sulla leucemia acuta promielocitica, che grazie a lui, può essere curata senza farmaci chemioterapici. Lo Coco è stato anche presidente della Società italiana di ematologia sperimentale (2000-2002), componente della Commissione per la ricerca sanitaria del ministero della Salute (2001-2002), membro del Comitato Tecnico-Scientifico della Firc-Airc.

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