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Morta a Roma Maria Pia Fanfani, la vedova di Amintore Fanfani: aveva 97 anni

È morta a Roma la vedova di Amintore Fanfani. Aveva 97 anni. Nel corso della sua carriera, Mariapia Fanfani ha partecipato a oltre 208 missioni umanitarie. Ha speso la sua vita per promuovere i valori della pace e del dialogo.
A cura di Enrico Tata
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La signora Maria Pia Fanfani nel 2009
La signora Maria Pia Fanfani nel 2009

Maria Pia Fanfani, vedova dello storico leader della Democrazia Cristiana Amintore Fanfani, è morta a Roma all'età di 97 anni. Nata a Pavia il 29 novembre del 1922, all'età di 20 anni fonda l'associazione umanitaria ‘Firt Help' con due convinzioni: "Se tu mandi qualcuno, i tuoi piedi riposano, se vai tu è il tuo cuore che riposa”, dunque gli aiuti vanno sempre portati di persona nella propria città, così come dall’altra parte del mondo e accompagnati da un bacio, da un abbraccio, da un gesto di comprensione". Durante la Seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza contro l'occupazione nazista in Italia e aiuta alcuni ebrei a fuggire in Svizzera.

Maria Pia Fanfani, un'intera vita per promuovere la pace

Nel 1975 si sposa con Amintore Fanfani (morto nel 1999). Il matrimonio, si legge sulla sua biografia, "dà ulteriore impulso alla motivazione della sua vita, approfondendo nei  25 anni che ha vissuto accanto a lui, i valori della pace, del dialogo e del messaggio sociale e cristiano". Nel corso della sua carriera, Mariapia Fanfani ha partecipato a oltre 208 missioni umanitarie.

La cronologia sul suo sito internet è ferma a dieci anni fa, con un ultimo messaggio: "Alla soglia degli 85 anni intende, per tutto il tempo che Dio vorrà concederle, continuare il percorso che Madre Teresa di Calcutta le ha indicato suggerendole di sacrificare i propri gioielli pur di non interrompere la grande missione di carità e di pace alla quale ha dedicato l’impegno di un’intera vita, ma anche affidandole il gravoso compito di cogliere la sua eredità morale in favore dei poveri del mondo. Quando ha toccato con mano l’estrema e disumana miseria presente in tanta parte del nostro pianeta, ha cercato di rispondere al Manifesto-Appello dei 50 Premi Nobel rivolto a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà, ai potenti e agli umili, nelle loro diverse responsabilità perché milioni e milioni di agonizzanti per fame e sottosviluppo, vittime del disordine politico ed economico internazionale, siano resi alla vita a testimonianza universale di dialogo, di fraternità e di civiltà comune nella pace e nel progresso".

E ancora:

Fin qui le pagine che compongono il taccuino della sua vita, ma nell’anima custodisce con altrettanta nitidezza i ricordi, i dolori, le speranze e soprattutto lo strazio che ha provato incontrando in ogni angolo della terra la disperazione di chi possiede soltanto la propria sventura.

Dal desiderio di conoscenza è nata in Mariapia la determinazione a operare in aiuto di quanti hanno bisogno senza distinzione di religione, di razza, di sesso. Soprattutto se deboli, se ammalati, se anziani, se bambini abbandonati.

Dalle azioni umanitarie è scaturita l’esigenza di conoscere meglio il mondo nelle sue tante varianti: con la sua bellezza e con le sue tragedie. Un percorso che non può  non avere per traguardo la costruzione della pace. Ha vissuto, ha visto, ha sofferto assieme a chi le implora aiuto, sognando di cambiare il mondo.

Un viaggio lungo una vita, quello di Mariapia, instancabile, quasi una ininterrotta preghiera per la dignità dell’uomo che può essere preservata soltanto con la giustizia e la pace.

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