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Metro C, procura e Corte dei conti in azione. Spunta la lettera dell’ex assessore

Un confronto tra i magistrati della procura e quelli della Corte dei conti potrebbe allargare l’inchiesta penale sui lavori della metro C. Intanto spunta fuori una lettera dell’ex assessore al Bilancio Daniela Morgante che accusa: “illegittimi i soldi ai costruttori”.
A cura di Valerio Renzi
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Un super vertice la prossima settimana tra i magistrati della procura di Roma e quelli della Corte dei conti. Tutti attorno al tavolino per incrociare le inchieste sulla metro C, scambiarsi informazioni, confrontare le istruttorie. La mossa della magistratura potrebbe diventare un ciclone e allargare a macchio d'olio l'inchiesta penale: come ha fatto un'opera la cui spesa era preventivata per 1 miliardo di euro a lievitare fino alla cifra astronomica di 4 miliardi? Il pallottoliere della Corte dei conti ha già sottolineato come i numeri, chiaramente, non tornano. Ora starà alla procura chiarire se ci sono rilevanze penali li dove esistono delle incongruenze, rivedendo le posizioni delle persone che compaiono nei fascicoli dei magistrati contabili.

Le indagini fin'ora. Sono due per ora le istruttorie aperte. La prima riguarda l'ipotesi di un danno erariale per 368 milioni, per cui sono sotto accusa 9 membri del vecchio consiglio di amministrazione di Roma Metropolitane, e 12 del consorzio metro C. La seconda invece riguarda l'accordo siglato in fretta e furia tra Roma Metropolitane e il consorzio metro C grazie ad una delibera del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), per sbloccare i soldi che i costruttori pretendevano per non bloccare tutto. Peccato che i 230 milioni stabiliti, nella firma dell'atto attuativo lo scorso settembre sono diventati 320.

La lettera dell' ex assessore Morgante.

Oggi sul quotidiano la Repubblica è riportata una lettera dell'ex assessore al Biliancio della giunta Marino Daniela Morgane. Nel documento indirizzato al Ragioniere generale del Campidoglio Maurizio Salvi e riportata dalla richiesta di accesso agli atti del capogruppo pentastellato Marcello De Vito, la Morgante contesta esplicitamente la legittimità del versamento di ulteriori 166 milioni al Consorzio Metro C, transazione da cui era arrivato il parere positivo dell'Avvocatura capitolina. Ecco come si esprime ad esempio la Morgante sull'accordo raggiunto tra Roma Metropolitane e Metro C: "Nemmeno può tralasciarsi di evidenziare che all'accordo transattivo si è aggiunto, il 9 settembre, l'accordo attuativo, riconoscendo al Consorzio privato ulteriori 90 milioni. Dunque si tratta di fatto di un accordo aggiuntivo più che attautivo. Peraltro tale accordo del 9 settembre è stato attuato sulla base di una trattativa diretta tra Roma Metropolitane e Metro C, dunque completamente al di fuori anche della procedura di accordo bonario in base alla quale era stato adottato l'accordo oggetto della delibera Cipe". La conclusione non lascia adito a dubbi: l'assessore ha sottolineato gli “aspetti nodali”, che se non fossero chiariti metterebbero in dubbio “la legittimità e la regolarità amministrativa dell'accordo transattivo e del relativo pagamento”.

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