Maxi processo contro Casamonica, Roma Capitale non sarà parte civile: istanza presentata in ritardo
Il Comune di Roma non sarà parte civile nel maxi processo contro il clan Casamonica. Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare, che ha respinto l'istanza presentata dal Campidoglio perché inviata con troppo ritardo. Il Comune potrà depositare nuovamente l'istanza dopo l'eventuale rinvio a giudizio in fase dibattimentale. "La Giunta Raggi presenta in ritardo, oltre i tempi previsti, l'istanza di costituzione di parte civile nel processo al clan Casamonica. È un ritardo colposo che offende la città di Roma, l'istituzione e tutti coloro che hanno subito per anni le violenze e i reati commessi dalla famiglia Casamonica e dai suoi affiliati. Vogliamo sperare sia un errore che diventa però grave di fronte alle numerose sollecitazioni venute da diverse parti in particolare dalle associazioni antimafia che con la Regione Lazio si sono costituite parti civile nei tempi e modi giusti". Così Bruno Astorre, segretario Pd del Lazio, in un comunicato.
Il maxi processo contro il clan Casamonica
Sono sessantatré le persone imputate nel maxi processo contro il clan Casamonica: secondo la procura di Roma, tutte sono legate alla famiglia. Dovranno rispondere a vario titolo di accuse che vanno dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, dall'estorsione all'usura fino alla detenzione illegale di armi. Per arrivare a questo ci sono voluti quattro anni di indagini e decine di arresti: e, se l'impianto accusatorio risulterà valido, il clan potrebbe subire una vera e propria stroncatura. Nel maxi processo sono imputati anche membri delle famiglie Spada e Di Silvio, da anni attive a Ostia e sul litorale romano. Decisive per questo risultato, non solo le indagini e le intercettazioni, ma anche le dichiarazioni di pentiti che hanno fornito una spaccato delle attività criminose del clan.