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Maurizio Abbatino, “il Freddo” della Banda della Magliana, non avrà più la scorta

Il boss pentito Maurizio Abbatino, il ‘Freddo’ della Banda della Magliana non avrà più la scorta. Così hanno deciso i giudici del tar, che hanno respinto il ricorso di Abbatino e confermato la decisione della Commissione Centrale. “La verità è che sono stato scaricato, tradito da uno Stato che non ha rispettato i patti”, ha commentato la sentenza l’ex membro della Banda.
A cura di Enrico Tata
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Maurizio Abbatino, il Freddo della Banda della Magliana
Maurizio Abbatino, il Freddo della Banda della Magliana

Il tar ha confermato: il ‘Freddo' della Banda della Magliana non avrà più la scorta. Il boss pentito Maurizio Abbatino ha perso il diritto ad avere la scorta, decisione già presa dalla Commissione centrale tre anni fa e confermata, per l'appunto, dai giudici del tribunale amministrativo regionale.

Maurizio Abbatino, il Freddo, fu arrestato a Caracas, in Venezuela, alla fine del 1992. Un anno dopo, in seguito alla morte del fratello Roberto, decise di collaborare e raccontò agli investigatori tutte le tappe della storia criminale romana a partire dagli anni '70. Fu ammesso nel programma di protezione a luglio del 1993 e nel 2011 fu chiesta una proroga. Tre anni dopo la Commissione Centrale decise di negarla e Abbatino presentò un ricorso al tar. Ricorso che, per l'appunto, è stato respinto. Così si legge nelle motivazioni della sentenza, riportate sul Messaggero:

Come emerge dalla documentazione presentata è evidente che la finalità del provvedimento sia quella del diniego alla proroga del programma scaduto. Alcun dubbio, dunque, sussiste in merito alle finalità del provvedimento impugnato che ha evidenziato i presupposti fondanti la mancata proproga, consentendo, dunque, al ricorrente di comprendere le ragioni e le motivazioni.

Così ha commentato Abbatino:

Trent'anni che non commetto un reato, mi dicono che posso reinserirmi nel tessuto sociale, cercarmi un lavoro e affittarmi una casa, tutto ovviamente col nome di Maurizio Abbatino, 63 anni, ex boss ai domiciliari per malattia. La verità è che sono stato scaricato, tradito da uno Stato che non ha rispettato i patti.

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