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Matteo Salvini e Giorgia Meloni già si litigano il sindaco di Roma

Giorgia Meloni annuncia che non si ricandiderà, ma la leader di Fratelli d’Italia è convinta che gli spetti di diritto indicare il nome del candidato della coalizione di centrodestra per le prossime elezioni comunali. Matteo Salvini invece vuole coronare il suo successo portando un sindaco leghista in Campidoglio e dichiara: “Ho delle idee sui nomi ma non le dico”. Intanto Lega e Fratelli d’Italia portano avanti l’opposizione a Virginia Raggi come concorrenti più che come alleati, su binari paralleli che non si incontrano quasi mai.
A cura di Valerio Renzi
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Dopo il trionfo in Umbria Matteo Salvini e Giorgia Meloni già si litigano il sindaco di Roma. Lega e Fratelli d'Italia, alleati e concorrenti allo stesso tempo, nella capitale fanno opposizione alla sindaca Virginia Raggi su binari paralleli. E certo non aiuta il fatto che la Lega nella capitale sia composta per lo più da transfughi proprio da Fratelli d'Italia. Per l'ex ministro dell'Interno conquistare il Campidoglio è diventata una specie di ossessione, mentre la destra romana è convinta che esprimere il candidato sindaco della coalizione sia un suo diritto acquisito. E nelle dichiarazioni dei due leader di questa mattina la "questione romana" è centrale, in un botta e risposta virtuale Meloni e Salvini cominciano a mettere le loro pedine sul tavolo.

"Non penso che mi ricandiderò sindaco, e questo indipendentemente dal risultato del mio partito. – ha detto la leader di Fratelli d'Italia sempre più su nei sondaggi di gradimento – Ma Roma ha bisogno di un progetto serio e credibile, di cui voglio parlare con gli alleati, di scelte coraggiose, di un candidato competitivo e serio, senza la presunzione di essere il migliore ma che voglia ridare a Roma il ruolo che ha. Roma è la capitale della cristianità, se rinunciamo a questo simbolo rinunciamo alla nostra identità". L'identikit tracciato da Meloni per un possibile candidato punta dritto dritto ai temi identitari della destra, che potrebbero essere ben rappresentati dal Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, ma anche a una giovane dirigente che viene dalla scuola quadri di Colle Oppio, Chiara Colosimo, già consigliera regionale e con molta esperienza in fatto di campagne elettorali.

Non fa nomi Meloni e non li fa neanche Matteo Salvini, anche se l'ex ministro dell'Interno dice chiaro e tondo che lui un nome per il candidato giusto già lo ha chiaro mente: "Per fare il sindaco di Roma in maniera più efficace rispetto sia a Marino che alla Raggi qualche idea in mente ce l'ho, ma non posso fare nomi perché non sarebbe rispettoso nei confronti dei romani. Prima li aspetto a firmare per mandare a casa la Raggi e poi ricostruiamo questa splendida città che è non gestita, sporca, caotica come non l'ho vista mai". Non è un segreto per nessuno che i due nomi messi in circolazione per ora dalla Lega sono quelli dell'ex ministra della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e della deputata Barbara Saltamartini. Ma non sono escluse sorprese.

Una soluzione potrebbero essere le primarie, ma in questo apparirebbe più logico presentare un candidato unico di area sovranista che possa concorrere con uno di area centrista appoggiato da Forza Italia, anche per attrarre nella coalizione forze ed energie diverse. Poi c'è la questione poteri speciali per Roma, un dossier caldo su cui la Lega in parlamento è a dir poco tiepida, mentre la destra di Fratelli d'Italia su questo punto sarebbe pronta a trovare una convergenza anche con il Partito Democratico e il Movimento 5 stelle per potersi intestare la riforma istituzionale di Roma Capitale al pari delle forze di Governo.

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