Massacro del Circeo, Letizia Lopez: “La mia famiglia è finita quando hanno ucciso Rosaria”
"Avevo 24 anni, ero incinta di mia figlia. Mi dissero ‘Hanno ammazzato Rosaria!'. Io non ci ho capito più niente, mi sono messa a urlare e sono svenuta". A 44 anni dai fatti – intervistata da Corriere.it – Letizia Lopez, sorella di Rosaria, ricorda il tragico momento in cui scoprì che la sorella minore era stata uccisa in quello che sarebbe diventato il più noto fatto di cronaca nera del secolo: il massacro del Circeo. Era il 29 settembre 1976, Rosaria Lopez aveva 19 anni, l'amica Donetella Colasanti, miracolosamente sopravvissuta, solo 17. Senza di lei, probabilmente, le due ragazze sarebbero soltanto altre due persone scomparse in una lista lunga migliaia di nomi. Fu Rosaria, che si salvò dalle sevizie che costarono la vita a Rosaria, fingendosi morta, a portare allo scoperto il caso, chiedendo aiuto dal bagagliaio dell'auto dove era stara nascosta insieme al cadavere di Rosaria, in attesa di essere scaricata come un pupazzo. Le due giovani, infatti, erano state sequestrate, stuprate e seviziate per 48 ore nella villa della famiglia Ghira a San Felice al Circeo. Due dei tre aguzzini, i ventenni Angelo Izzo e Gianni Guido furono arrestati, mentre Andrea Ghira riuscì a sottrarsi all'arresto grazie a una soffiata.
"Da quel momento – racconta Letizia riferendosi al giorno in cui apprese la notizia – la mia famiglia è esplosa: finita, bum! Ai funerali c’è stata la fine del mondo, una marea di gente, l’abbraccio di tutto il quartiere. Il nostro cognome era già diventato famoso in tutta Italia, la Lopez e la Colasanti, quelle del Circeo, e mi dava fastidio… Un marchio che mi sarei portata appresso sempre: essere nota per un fatto orripilante". Letizia Lopez oggi ha 68 anni, ha avuto una figlia e ha perso il compagno in un incidente stradale. Oggi vive nella stessa casa al pian terreno di via di Grotta Perfetta dove la famiglia viveva all'epoca dei fatti. "Rosaria era dolcissima – racconta – meravigliosa. Ma ingenua, tanto ingenua. E con un sogno grande, fare l’attrice di teatro. A me diceva sempre: ‘Non ti preoccupare, diventerò famosa, vi farò ricchi, ci sistemiamo tutti'. Famosa è diventata, ma all’inverso…"
"I 44 anni trascorsi – ammette – sono stati amarezza, delusione… Innanzitutto per i due che avevano avuto l’ergastolo e li vedi fuori (Gianni Guido è uscito nel 2011, Andrea Ghira è tuttora latitante, ndr). Chi cerca di scappare, chi non si fa più trovare, come Ghira… La giustizia li ha favoriti. Questo è un delitto di classe, certo. Se a commetterlo fosse stato un semplice cittadino, stia certo che avrebbero buttato le chiavi. Ma la delusione ancora più grande è stata vedere che nulla è cambiato. Ogni giorno penso a Rosaria e Donatella, che è sopravvissuta ma è rimasta segnata, distrutta, poverina. Apro il giornale e c’è quello di Palermo che uccide l’amante incinta, l’altro di Verona che violenta la figlia. Nulla è cambiato".