Marino annuncia: “Correrò alle primarie”. E sfida Sel e Pd: “Voglio sfiducia in aula”
Ignazio Marino è un osso duro, più duro di quanto il Partito democratico forse si aspettava. Messo all'angolo sul caso scontrini e costretto dalla sua maggioranza alle dimissioni, oggi ha ribadito quello che era già nell'aria: non se ne andrà senza la sfiducia in aula da parte della sua maggioranza. In un'intervista al quotidiano la Repubblica oggi in edicola il primo cittadino ha ribadito: "La legge mi dà 20 giorni per verificare se la mia esperienza è davvero finita o se ci sono le condizioni per rispettare il partito che mi ha eletto alle primarie con il 52%, parlo del Pd e di Sel, e al ballottaggio con il 64%". E poi un'affermazione che sa di minaccia: "Se si faranno le primarie nel Pd è possibile che ci sia anche io".
Aggiornamento ore 17,30: "Tutte le frasi attribuite al sindaco comparse nel titolo e nell'articolo del Corriere della Sera di Roma non sono mai state pronunciate da Ignazio Marino e sono quindi del tutto prive di fondamento". Questo il testo di una nota dell'ufficio stampa del Campidoglio. Il Corriere ipotizzava che Marino non avrebbe lasciato senza avere la sfiducia formale in aula da parte della sua maggioranza.
Marino: "La gente sta con me"
Non solo Ignazio Marino dal giorno in cui ha formalizzato le dimissioni si è recato quasi tutti i giorni al lavoro in Campidoglio, ma si è messo a lavoro anche sul suo futuro come amministratore della città. "E' la sfida della mia vita", ha ribadito al quotidiano, per poi farsi forza del consenso popolare che il sindaco sente attorno a se: "La città ha capito che con me sono stati cacciati i criminali che erano qua dentro. Le persone che incontro per strada mi chiedono di non interrompere questa esperienza". Domenica si terrà una nuova manifestazione in Campidoglio dei supporter del Sindaco.
Il sindaco di Roma pensa ad una lista civica?
Quel che è certo è che secondo i sondaggi la presenza di Marino alle prossime elezioni con una lista civica con il suo nome creerebbe danni certi al centrosinistra, già in caduta libera nelle rivelazioni rispetto alle ultime elezioni, rischiando di sancire che la sfida al ballottaggio la giocherà il Movimento 5 Stelle contro il centrodestra.
Orfini: "Lotta ai poteri forti si è fermata all'Auditorium"
E ormai è scontro a tutto campo tra il sindaco dimissionario e il suo partito. Ieri Matteo Orfini, presidente del Pd nazionale e commissario di quello romano, lo ha fatto capire in un cinguettio al vetriolo: "A giudicare dalle nomine last minute, la grande guerra ai poteri forti si è fermata davanti ai cancelli dell'Auditorium". Un clima rovente tra l'esponente dem e Marino, un clima che è già da campagna elettorale. Orfini fa riferimento alle nomine del nuovo consiglio d'amministrazione della Fondazione Musica per Roma, l'ente a cui è affidata la gestione dell'Audiorium. Marino per l'incarico ha scelto Azzurra Caltagirone, figlia dell'omonimo costruttore romano nonché editore de il Messaggero, e Aurelio Regina, ex numero uno di Confindustria Lazio.