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Maria Sestina Arcuri, il fidanzato arrestato per omicidio non risponde alle domande del giudice

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Andrea Landolfi, il 30enne in carcere per l’omicidio dell’ex fidanzata Maria Sestina Arcuri. Stamattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia a tre giorni dalla decisione della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso all’arresto presentato dalla difesa.
A cura di Alessia Rabbai
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Andrea Landolfi, arrestato per l'omicidio dell'ex fidanzata Maria Sestina Arcuri è rimasto in silenzio davanti alle domande del giudice delle indagini preliminari. Stamattina si è svolto l'interrogatorio di garanzia per rogatoria, Landolfi presentatosi davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. Resta in carcere il 30enne, dopo l'esecuzione della misura cautelare preventiva chiesta lo scorso marzo dalla procura di Viterbo, poi condivisa dai giudici del Riesame e resa effettiva mercoledì scorso, dopo che la Suprema Corte di Cassazione ha respinto il ricorso depositato dalla difesa lo scorso giugno.

Si attende la chiusura delle indagini e il processo

L'arresto e la carcerazione di Andrea Landolfi sono una misura provvisoria e preventiva, in attesa della chiusura delle indagini e della data d'inizio del processo. Un provvedimento che i giudici hanno ritenuto necessario, oltre che per i gravi indizi di colpevolezza, anche per evitare il rischio di reiterazione del reato, perché considerato un "soggetto pericoloso". Il pm eserciterà l'azione penale, ancora da stabilire se si procederà ordinariamente con udienza preliminare o con un rito diverso, come il giudizio immediato, previsto quando esiste l'evidenza della prova.

La Cassazione rigetta il ricorso della difesa

"Ho rilevato dei vizi di legge, in quanto la Cassazione è deputata a verificare se sia stata rispettata la legge processuale, se ci siano stati problemi in ordine alla contraddittorietà della motivazione o carenze motivazionali – ha spiegato l'avvocato di Landolfi, Luca Cococcia, riguardo al ricorso avanzato dalla difesa – Ho evidenziato alla Cassazione quattro motivi: il più rilevante è quello relativo all'attività svolta sul minore, riguardo a violazioni di legge sull'esame così come è stato svolto dalla Procura". Motivazione che però non sono state accolte. "Il mio assistito ha accolto la notizia pacatamente, sicuro della sua innocenza. Continuerà a combattere e io accanto a lui per la ricerca della verità, ma rispetto la decisione della Cassazione".

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