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Omicidio Marco Vannini

Marco Vannini, Santa Marinella dona una maiolica a mamma Marina e papà Valerio

Santa Marinella ha donato una maiolica a mamma Marina e papà Valerio, i genitori di Marco Vannini, come gesto di vicinanza alla loro lotta per il riconoscimento di verità e giustizia sulla morte del figlio. Una dolce immagine del ventenne al mare, con indosso la muta, mentre afferra un polpo appena pescato.
A cura di Alessia Rabbai
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Mamma Marina con il premio del Comune di Santa Marinella
Mamma Marina con il premio del Comune di Santa Marinella
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Un premio per la lotta per il riconoscimento della verità e della giustizia è quello del Comune di Santa Marinella a Marina e Valerio, i genitori di Marco Vannini. Pietro Tidei, sindaco della città sul lungomare della provincia a Nord di Roma a pochi chilometri da Ladispoli, dove a maggio del 2015 si è consumato omicidio del ventenne, ha donato una maiolica di porcellana con una dedica ai due genitori, raffigurante Marco a pesca in spiaggia. Un'immagine quella del ragazzo sorridente che indossa la muta mentre afferra un polpo in mano, che ormai gran parte d'Italia conosce: Marco nella maggior parte delle foto sui giornali compare al mare, luogo che lui amava, che sentiva profondamente suo e dove lavorava come assistente bagnante. Il dono prima del consiglio comunale di oggi, commossa la mamma del giovane per il gesto simbolico dell'amministrazione: "Un bellissimo pensiero proprio oggi, i 26 anni di matrimonio di me e mio marito".

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Il processo d’appello per la morte di Marco Vannini comincerà l’8 luglio

Il nuovo processo d'appello per l'omicidio di Marco Vannini comincerà mercoledì 8 luglio 2020, data in cui è stata fissata l'udienza davanti alla Seconda Sezione della Corte d'Assise d'Appello di Roma. Il 7 febbraio scorso la Corte di Cassazione ha disposto l'annullamento della sentenza d'appello sull'omicidio di Vannini. I giudici condannarono Antonio Ciontoli a 5 anni per omicidio colposo, mentre in primo grado il capofamiglia era stato condannato a una pena di 14 anni di reclusione per omicidio volontario. Ciontoli, hanno confermato tutti i giudici, ha sparato il colpo che ha ucciso il ventenne, ma soprattutto sono stati i ritardi nel chiamare i soccorsi a condannare il 23enne, arrivato al pronto soccorso dopo troppo tempo e per colpa, hanno ricostruito i giudici della Cassazione, della negligenza dei Ciontoli.

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